
L’impatto immediato sulla classifica di Netflix
Appena sbarcata su Netflix il 20 settembre 2025, Mafia: Most Wanted scala in poche ore la top 10 finendo stabile al settimo posto. Tre sole puntate bastano a far capire quanto il richiamo delle storie vere di mafia, soprattutto se raccontate con uno stile asciutto, resti potentissimo per il pubblico italiano. Dalla Calabria al Nord America: un viaggio nel potere della ‘Ndrangheta
Il racconto inizia tra le montagne della Calabria, precisamente a San Luca, culla storica della ‘Ndrangheta. Da qui l’obiettivo si spinge oltre l’oceano, fino al Canada. Nella periferia di Toronto il clan calabrese crea un impero che, stando alle voci raccolte, controllerebbe circa il 70 % del traffico mondiale di cocaina. In questa espansione la criminalità organizzata si trasforma in una vera multinazionale del crimine, capace di insinuarsi nell’economia legale e di stringere alleanze internazionali.
Testimonianze inedite e materiali d’archivio: la forza del racconto
La regista Trish Dolman rinuncia a effetti spettacolari e si affida alla potenza delle interviste. Parlano in prima persona il procuratore Nicola Gratteri e il magistrato Antonio De Bernardo, affiancati da investigatori di polizia italiani e canadesi, dai giornalisti investigativi Joseph Loiero e James Dubro e persino da una voce proveniente dall’interno, l’ex sicario Cecil Kirby. Documenti d’archivio, fotografie e intercettazioni saldano tra loro i diversi livelli della narrazione, restituendo un quadro crudo e realistico.
un ritmo serrato che non concede tregua
Ogni episodio dura poco meno di un’ora, ma la struttura incalzante fa sembrare il tempo ancora più breve. Il montaggio alterna gli interventi dei testimoni alle immagini dei luoghi simbolo, mostrando conflitti sanguinosi tra clan rivali e i segni tangibili lasciati sul tessuto urbano di Toronto. Nonostante la rapidità, la vicenda risulta completa: la vita quotidiana dei boss, le rotte del narcotraffico, l’uso di parentele strette per blindare il potere.
Perché il pubblico non riesce a smettere di guardare
La docuserie dimostra che la mafia non è un fenomeno lontano. Influenza mercati finanziari, infiltra il commercio legale e modella perfino intere comunità a migliaia di chilometri dalla Calabria. Il progetto riesce a mantenere un equilibrio raro: rigore documentale e tensione narrativa convivono, rendendo “Mafia: Most Wanted” tanto informativa quanto avvincente, e spiegando il suo successo fulmineo tra gli abbonati italiani di Netflix.












