
Sopravvivenza immediata: acqua, energia e riparo
All’alba della scoperta, Roma, Parigi o qualsiasi altra grande città apparirebbero silenziose e colme di risorse abbandonate. I sistemi elettrici proseguirebbero in autonomia soltanto per qualche settimana, poi inizieranno i blackout progressivi. Per assicurarti luce e calore diventerà cruciale recuperare pannelli solari portatili, taniche di gasolio custodite nei depositi e legna stoccata nei parchi mezzi comunali.Con la rete idrica destinata a perdere pressione, l’acqua potabile andrà prelevata da serbatoi sui tetti, fontane monumentali o bottiglie sigillate; filtrare e bollire resterà l’unico modo sicuro per bere senza rischi.
Cibo in abbondanza attende sugli scaffali di supermercati e magazzini: prodotti in scatola, cereali, legumi secchi. Quando i frigoriferi si spegneranno, la conservazione passerà per essiccazione, salagione e affumicatura. Farmacie e ospedali offriranno antibiotici, antidolorifici e presidi di base; dovranno essere custoditi in luoghi freschi, al riparo dalla luce. Le automobili ti porteranno lontano finché resterà carburante; dalla primavera successiva, le biciclette diventeranno il mezzo di spostamento più affidabile.
La mente di fronte al silenzio assoluto
Il primo impatto non sarà la mancanza di risorse, ma quella di voci. Senza messaggi, telefonate, rumori di traffico, il silenzio apparirà tanto liberatorio quanto spiazzante. Per difendere la salute mentale serviranno rituali: parlare ad alta voce,registrare note su un vecchio registratore a cassette,tenere un diario. Alternare camminate tra Piazza San marco, La Rambla e i boulevard parigini aiuterà a preservare un ritmo sonno-veglia stabile. L’attività fisica, insieme alla cura di un piccolo orto urbano, impedirà alla mente di scivolare nella ruminazione continua.
Quando la natura riconquista le città
Senza potature e sfalci, edera, rovi e ailanti si arrampicheranno sui palazzi di Milano e Londra. in pochi mesi erbacce penetreranno nell’asfalto di Times Square,mentre branchi di cinghiali passeggeranno lungo Viale dei Fori imperiali. Le strutture più fragili cederanno per l’umidità; vetri incrinati e cornicioni instabili renderanno pericoloso l’ingresso nei grattacieli. Meglio scegliere rifugi bassi, facilmente ispezionabili, come case a schiera, bungalow di parchi vacanze o chalet nei pressi dei laghi alpini. Mappe cartacee e bussole torneranno preziose per spostarsi evitando ponti corrosi e gallerie allagate.
Identità e memoria: custodire ciò che resta dell’umanità
La sfida più dura andrà oltre il sostentamento. Essere l’ultimo rappresentante della specie significa misurarsi con la responsabilità della memoria. Potresti trasformare una biblioteca di Oxford o l’archivio di Washington in un luogo-rifugio, catalogare fotografie, incidere date su lastre metalliche. Scrivere, suonare una chitarra trovata in un club di Liverpool, registrare su vinile storie e canzoni: ogni gesto diventerebbe un atto di resistenza all’oblio. La lingua sopravvivrà se la terrai viva, la musica se la farai risuonare, gli strumenti se li userai con continuità.
Dall’emergenza alla convivenza con il pianeta
Col passare dei mesi, la corsa all’accumulo lascerà spazio a un nuovo equilibrio. Una base sicura,un circuito di luoghi da controllare per rifornirti,un piccolo laboratorio di riparazioni diventeranno la tua quotidianità. L’orologio perderà importanza; al suo posto conteranno alba, zenit, tramonto. Attraversare Central Park osservando cervi in libertà, percorrere le viuzze di Kyoto coperte di muschio o navigare sul danubio in assenza di traffico ti farà percepire la Terra come una compagna piuttosto che come un territorio da dominare. Vivere, non soltanto resistere, si trasformerà in una scelta consapevole.












