
Un gesto che colpisce l’anima veneta
A Fratta di Tarzo, nel cuore della provincia di Treviso, ignoti hanno più volte colpito il leone alato realizzato da Marco Martalar con tralci di vite e con il legno degli alberi caduti durante la tempesta Vaia. Gli assalti, reiterati, hanno finito per mutilare l’opera, spezzandone la coda.
L’opera nata dal legno della tempesta Vaia
La scultura era stata svelata il 6 agosto, data scelta per celebrare il sesto anniversario dell’ingresso delle Colline del Prosecco nel registro dei patrimoni dell’Umanità Unesco. Il felino alato, simbolo identitario per l’intera comunità, era stato concepito dall’artista come segno di rinascita a partire da materiali raccolti dopo il devastante evento meteorologico che aveva interessato le Dolomiti e l’area veneta nel 2018.
L’indignazione del presidente Luca zaia
Il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, ha parlato di un atto “vile” che non colpisce soltanto un pezzo di legno, ma l’essenza stessa di un popolo. A suo giudizio, ledere il Leone alato significa ferire una storia millenaria, l’orgoglio e la dignità dei Veneti. Zaia rifiuta di catalogare l’accaduto come una semplice bravata, definendolo invece un’aggressione ai valori e alle radici dell’intera comunità.












