Il coraggio di Giancarlo Siani nelle parole di Tony Servillo
Parole dal palco del Mercadante
Al Teatro Mercadante di Napoli, l’attore e regista Tony Servillo racconta che, leggendo la vicenda di Giancarlo Siani, «mi ha colpito il coraggio». L’intervento avviene durante la presentazione del documentario televisivo “Quaranta anni senza Giancarlo”, che ricorda la figura del giovane cronista partenopeo.
Il messaggio sulle magliette
Osservando molti studenti indossare la maglietta con la scritta #iosonogiancarlo, Servillo chiarisce dal palco che non intende criticare, bensì proporre una riflessione. Spiega che, a suo parere, «non si può dire “io sono Giancarlo Siani” perché lo si diventa». Aggiunge che probabilmente lo stesso Siani non desiderava trasformarsi nell’icona celebrata oggi: «sognava di restare un ragazzo comune, come voi». queste parole suscitano un applauso prolungato. Subito dopo suggerisce un’alternativa, immaginando di leggere sulla t-shirt la frase: «io vorrei diventare ciò che Giancarlo voleva semplicemente essere».
Riflessioni sul mestiere di giornalista
Il regista si rivolge ancora ai giovani e, con tono accorato, domanda quanti desiderino oggi intraprendere la professione di reporter o di insegnante. A suo avviso, il mondo dello spettacolo e il mercato fanno passare tali carriere per “mestieri da sfigati”. Nel dialetto della città, afferma: «Pur si tenit ‘sta maglietta ncuoll, nun sit Giancarlo Siani» (“anche se avete addosso quella maglietta, non siete Giancarlo Siani“). ricorda una celebre massima di Eduardo De Filippo: «le parole, come insegna Eduardo, pesano», invitando il pubblico a considerare con attenzione il valore di ogni termine pronunciato.