Cadaqués, tra luce mediterranea e memorie di genio
In viaggio verso Cadaqués
Chi parte dall’Italia atterra di solito a Girona oppure a Barcellona El Prat. Dallo scalo di Girona, collegato direttamente con Bergamo, Pisa, Bologna e altre città, si prosegue in autobus fino a Figueres e poi con una navetta che in meno di sessanta minuti raggiunge Cadaqués. Se si preferisce l’auto, la stessa distanza si percorre in circa un’ora seguendo la strada costiera. Da Barcellona, con autobus diretti che impiegano poco meno di tre ore, il viaggio scivola lungo la Costa Brava e svela, curva dopo curva, profili di scogliere e vigneti. Il noleggio di un’auto resta l’opzione più flessibile: consente soste improvvise negli antichi casali o tra i campi di ulivi che precedono il Cabo de Creus.
Passeggiate tra vicoli senza tempo
La prima sensazione, varcata la porta del borgo, è quella di entrare in un dipinto. Case bianche ornate da infissi color cobalto si affacciano su strade lastricate, strette, profumate di bouganville. nei secoli passati il villaggio comunicò quasi soltanto via mare; le montagne del Pení e il monte dei Sopladores lo proteggevano, rendendolo un microcosmo a parte. Questa sorta di isolamento preserva ancora oggi l’anima marinara: reti stese ad asciugare, barche tirate a secco, finestre socchiuse sul fruscìo delle onde.
Lungomare e scenari di pura luce
La passeggiata sul fronte mare è un caleidoscopio di riflessi. Le facciate immacolate si specchiano nell’acqua limpida, mentre piccole imbarcazioni in legno dondolano leggere. Al tramonto la baia diventa una tavolozza rosa e arancio, uno spettacolo che ha sedotto generazioni di pittori. Ogni scorcio sembra voler raccontare la stessa storia, eppure la luce riesce a riscriverla di continuo.
L’eredità di Dalí e degli altri visionari
All’inizio del Novecento arrivano artisti in cerca di ispirazione. Salvador Dalí sceglie la baia di Portlligat come rifugio creativo e trasforma la propria casa in un labirinto di stanze, cortili, uova giganti e oggetti bizzarri. Oggi quella dimora è un museo visitabile che permette di entrare nel suo universo onirico. Anche Pablo Picasso, Joan Miró e Marcel Duchamp trascorrono stagioni intere fra queste strade, lasciando un’impronta ancora percepibile nelle gallerie d’arte e nelle esposizioni del Museo Municipale di Cadaqués.
Chiese, modernismo e architetture inattese
Nel punto più alto del centro storico svetta la chiesa di Santa maria. La facciata è sobria, ma all’interno un retablo barocco dorato scintilla alla luce delle candele, raccontando devozione e maestria artigiana. Poco distante, la casa Serinyena, esempio di modernismo catalano di fine Ottocento, rivela che il villaggio non restò affatto isolato dalle correnti architettoniche dell’epoca.
Calette e sentieri del Cabo de Creus
Chi lascia alle spalle le ultime case raggiunge in pochi minuti cale solitarie come Sa Conca, Jugadora o Guillola. Scogliere frastagliate, acqua trasparente e macchia mediterranea formano un paesaggio primordiale, mutevole con il variare delle maree. All’estremità orientale della penisola spicca il faro del Cabo de Creus: da qui lo sguardo abbraccia il mare aperto fino al confine con la Francia, mentre sentieri segnalati conducono a punti panoramici modellati dal vento salmastro.
Un borgo che si rinnova ogni stagione
Primavera, estate, autunno o inverno: la bellezza di cadaqués resta intatta, eppure non smette di sorprendere. Artisti, scrittori e viaggiatori continuano a cercare quella stessa luce che incantò i maestri del secolo scorso. Passeggiando al crepuscolo lungo il molo, si comprende come mai la definizione di “paesino più bello del mondo” sia sopravvissuta al passare degli anni, vibrante come il rumore delle onde contro gli scogli.