
Un quasar energico immerso nell’acqua
Nel cuore di APM 08279+5255, a circa dodici miliardi di anni luce dalla Terra, pulsa un buco nero supermassiccio con una massa pari a venti miliardi di volte quella del Sole. L’energia sprigionata da questo mostro cosmico corrisponde a quella emessa da quadrilioni di stelle simili al nostro Sole. Intorno all’oggetto, i ricercatori hanno individuato una colossale riserva di vapore acqueo, quantità stimata in circa 140 miliardi di volte l’acqua presente sull’intero pianeta.
Dimensioni impressionanti e produzione di energia
I quasar sono considerati le entità più luminose, potenti ed energetiche dell’Universo.Il loro fulcro è un buco nero che ingloba gas e polveri, convertendoli in impulsi di energia che attraversano lo spazio. In questo caso, il quasar ospita circa quattromila volte più vapore acqueo della Via Lattea. Nella nostra galassia infatti gran parte dell’acqua rimane vincolata allo stato di ghiaccio, mentre qui si trova in forma di vapore, pronto a interagire con l’ambiente circostante.
La nuvola di vapore: estensione, temperatura e densità
La nube di vapore si distende per qualche centinaio di anni luce, avvolgendo il buco nero con una densità circa trecento miliardi di volte inferiore a quella dell’atmosfera terrestre. Nonostante il valore di −53 °C, la nube risulta cinque volte più calda e fino a cento volte più densa rispetto al gas presente in galassie come la Via Lattea.
Origini dell’acqua nell’Universo
Poiché il quasar si è formato soltanto 1,6 miliardi di anni dopo il Big Bang, la scoperta conferma che l’acqua ha accompagnato l’universo fin dalle sue prime fasi. «Questa individuazione porta il rilevamento di vapore acqueo a pochi miliardi di anni dall’origine cosmica», ha commentato Alberto Bolatto, sottolineando la pervasività dell’acqua anche negli angoli più remoti e antichi del cosmo.
Implicazioni per la crescita del buco nero
Le misurazioni del vapore, insieme a quelle del monossido di carbonio, indicano la presenza di gas sufficiente a far crescere il buco nero fino a raggiungere una massa sei volte superiore a quella attuale. Resta da chiarire se questo materiale verrà completamente inghiottito o se parte di esso si trasformerà in stelle o verrà espulso nello spazio intergalattico.












