Si salvi chi può? rinascita o morte della sanità per tutti
Un’indagine che parte dalla Toscana
Ieri Firenze, oggi Forte Dei Marmi: in queste due tappe il volume “Si Salvi Chi Può? Rinascita o morte della sanità per tutti” fa il suo debutto pubblico. L’incontro di questo pomeriggio, nella cornice di Villa Bertelli in Versilia, segna l’avvio di un confronto acceso su un tema che tocca da vicino ogni cittadino: il futuro della sanità pubblica.
Autori, medici e cronisti in prima linea
Quattro firme guidano questo viaggio nelle pieghe del sistema sanitario nazionale. Renzo Berti, medico ed ex sindaco di Pistoia, oggi direttore del dipartimento di prevenzione della Asl Toscana Centro, si unisce ai giornalisti Luigi Caroppo, Ilaria Ulivelli e Stefano Vetusti. Al testo fanno da cornice l’introduzione del filosofo Sergio Givone e la prefazione del clinico Giuseppe Remuzzi.Il risultato è un racconto corale che non si limita alla denuncia, ma indica percorsi di possibile rinascita.
Le contraddizioni di un modello messo a dura prova
Per decenni la Toscana è stata citata come modello di eccellenza. Oggi, però, emergono crepe profonde. Liste d’attesa che si allungano,medici di famiglia ridotti di numero,personale che cerca fortuna all’estero. Cresce in parallelo il ricorso al settore privato, mentre si moltiplicano le diagnosi di disturbi psicologici senza che la rete dei servizi pubblici riesca a intercettare in tempo la domanda d’aiuto.
Proposte per un cambio di rotta
Il libro, 202 pagine per un prezzo di copertina di 16 euro, non si ferma alla fotografia delle criticità. Gli autori invocano un patto nuovo tra ospedali pubblici e strutture private per superare il “prestazionificio”, mettendo in condivisione posti letto e competenze professionali. Un ripensamento radicale della prevenzione e della programmazione sanitaria viene indicato come strada obbligata, con l’obiettivo di restituire alla salute il carattere di diritto universale. “Coinvolgere cittadini e professionisti in un grande dibattito” – spiegano – non è più un auspicio, bensì un’urgenza.