
Il nuovo percorso espositivo
Dall’11 agosto, chi varca la soglia dell’ex Ospedale San Rocco potrà di nuovo immergersi nella collezione archeologica dei Musei nazionali di Matera. Il trasferimento temporaneo degli oggetti in questa suggestiva sede consente di continuare a fruirne mentre, poco distante, il Museo archeologico nazionale “Domenico Ridola” viene rinnovato grazie agli interventi innescati dal Pnrr.
Dall’era preistorica all’eredità ellenica
Il percorso, organizzato secondo un fluire cronologico, fa emergere la storia del territorio materano a partire dal Paleolitico. Le prime testimonianze di insediamento umano sono illustrate attraverso reperti che abbracciano la Preistoria e l’età dei metalli. Le sale successive raccontano i rapporti fra le popolazioni indigene e i gruppi provenienti dall’Egeo, approdati sulle coste dell’Italia meridionale dall’VIII secolo a.C., fondando nuovi centri. La narrazione raggiunge la soglia del III secolo a.C.,quando contesti sacri come la stipe di Timmari e corredi funerari provenienti da Timmari e Montescaglioso mostrano il completo assorbimento di valori,stili di vita e simboli culturali greci.
Le metamorfosi dell’edificio storico
L’immobile che oggi accoglie i reperti si erge accanto all’attuale chiesa di san giovanni Battista.Nel 1610 venne ceduto ai francescani Riformati e adibito a ospedale. Solo cinque anni dopo sorse, sul lato meridionale, la chiesa del Cristo Flagellato, realizzata dalla Confraternita degli Artisti: maestri muratori e artigiani impreziosirono gli interni con elaborate decorazioni.
Dal monastero al carcere
nel 1749 la Regia Udienza trasformò l’edificio in prigione, imponendo profonde modifiche strutturali. All’inizio degli anni Trenta del Novecento, la ridefinizione della facciata comportò la chiusura dell’ingresso alla chiesa del Cristo Flagellato, dando all’insieme l’aspetto odierno.
Il poeta dietro le sbarre
La funzione di carcere sopravvisse al secondo conflitto mondiale.Proprio qui, l’8 febbraio 1950, fu rinchiuso per 45 giorni Rocco Scotellaro, poeta e sindaco di Tricarico, accusato ingiustamente di concussione mentre difendeva i diritti dei contadini. Negli anni Sessanta l’istituto penitenziario venne dismesso e l’edificio passò alla Croce Rossa, prima di essere destinato a spazio culturale.












