Una vita tra i giganti del giardino di Ninfa: le confessioni di Lauro Marchetti premiato al Campiello
Il premio Campiello Natura celebra un custode d’eccezione
Stasera, sul palco del Gran Teatro La Fenice di Venezia, il pubblico applaude mentre il Campiello Natura – Premio Venice Gardens Foundation riconosce il valore di Lauro Marchetti. L’uomo che per quarantacinque anni dirige il Giardino di Ninfa, nel territorio di Cisterna Latina in Lazio, riceve la terza edizione del premio dalle mani di Adele Re Rebaudengo, presidente di Venice Gardens Foundation. Marchetti, oggi sovrintendente e, come ama dire, “custode”, non nasconde l’emozione: «Ho vissuto ogni giorno come se fosse straordinario, accanto a giganti. Sembra la favola di un bambino».
L’incontro con la principessa Lelia Caetani
Marchetti ricorda quando, a sei anni, la principessa Lelia Caetani lo prende per mano e lo introduce a un universo fatto di fiori, arte e musica. «Ora ne ho settantasei. Lei creò la meraviglia che tutti ammirano. Io mi definisco solo uno scriba: ho raccolto le imprese dei Caetani, imprese dal respiro internazionale. Ogni loro gesto sprigionava cultura, come se quel giardino fosse un Eden terrestre». Suo padre, amministratore delle proprietà Caetani, favorisce l’incontro che cambierà la sua vita.
Dai viaggi in Europa alla nascita del giardino romantico
Sotto la guida di Lelia e del marito Hubert Howard, metà inglese metà italiano, discendente dei duchi di Norfolk, il ragazzo di un piccolo borgo vive vent’anni di apprendistato tra i più celebri parchi d’europa. «Con loro ho partecipato alla nascita del giardino considerato il più romantico del mondo. Lelia, allieva di Balthus, disponeva le piante per cromie, mentre il padrino Franz Liszt mi insegnava a cogliere gli affetti sonori della natura».In quegli spazi prende forma anche il seme della tutela ambientale: proprio a Ninfa nasce Italia Nostra insieme ad altre associazioni che difenderanno il paesaggio.
La memoria diventa libro
Nel volume “Memorie di Ninfa” (Allemandi Editore), impreziosito dalla prefazione di Fulco Pratesi, Marchetti raccoglie sensazioni e ricordi. «Non vive più nessuno che abbia conosciuto gli ultimi Caetani; gli eredi dei rami di Ninfa e Sermoneta non esistono più. Sentivo il dovere di fissare tutto su carta». Ci sono voluti cinque anni di lavoro, incrociando le testimonianze degli anziani operai, delle domestiche, di chiunque avesse percorso quei sentieri ombrosi. «Ho voluto restituire le voci e i profumi di un luogo che continua a parlare».