
Un palco veneziano per la narrativa del presente
Questa sera il Gran Teatro La Fenice di Venezia accoglie la fase conclusiva del Premio Campiello, riconoscimento ideato da Confindustria Veneto. A contendersi il successo sono cinque opere molto diverse fra loro: Nord Nord di Marco Belpoliti per Einaudi, Di spalle a questo mondo di Wanda Marasco pubblicato da Neri Pozza, Babelplatz di Fabio Stassi per sellerio, Troncamacchioni di Alberto Prunetti firmato feltrinelli e Inverness di Monica Pareschi edito da Polidoro.
Laura Pariani: un premio alla carriera che profuma di futuro
il Premio alla Carriera 2025 è assegnato a Laura Pariani, scrittrice entrata nel mondo Campiello per la prima volta nel 1998 con il volume di racconti La perfezione degli elastici e del cinema. L’autrice ricorda come in quasi tre decenni la manifestazione sia cresciuta, si sia moltiplicata nelle voci e abbia saputo aprirsi a giovani, bambini e ragazzi. «È sempre più grande lo sguardo del Campiello – osserva – in un periodo in cui tante porte si chiudono. L’apertura resta un valore da coltivare».
Primamà, il romanzo che ridà parola a Eva
Appena giunto sugli scaffali, Primamà (La Nave di Teseo) colloca ancora una volta la Pariani al centro della scena letteraria. La protagonista è Eva, anzi Primà, la “prima madre”, figura che la Genesi cita per l’episodio del serpente, per la cacciata, per i suoi centoquaranta figli, senza però dire nulla sulla sua fine. «Mi è sembrato giusto dare una voce a Eva – spiega l’autrice -. Ho immaginato una donna centenaria, stanca, circondata da innumerevoli discendenti, consapevole che la voce maschile resta dominante. Ma come può tacere? Se si tace, si perde sempre».
Davanti agli affreschi e ai dipinti che ripropongono soltanto il momento del peccato originale, la scrittrice ha voluto scandagliare i sentimenti di Eva quando Caino uccide Abele, circostanza che il testo biblico non esplora. «Da bambina ho imparato che una vittima che non narra spreca un’occasione di vita» afferma, sottolineando perché la sua Eva sceglie di raccontarsi.
Cinquina finale: stili diversi per un’unica passione
Pariani descrive la cinquina in gara come «strana e interessante». Finora ha letto Nord Nord, Di spalle a questo mondo e Babelplatz, ma promette di immergersi presto anche in Troncamacchioni e Inverness. «Ognuno dei libri possiede una propria visione e un proprio modo di scrivere» commenta.
Alla domanda su come il campiello si distingua da altri riconoscimenti, la scrittrice non ha dubbi: qui si è sempre sentita libera, mentre altrove le sembrava che il nome del vincitore fosse già deciso. «Con il Premio alla Carriera viene riconosciuto tutto il lavoro che ho svolto in questi anni. Significa che ho operato bene» dice, e il sorriso che accompagna la frase rivela la soddisfazione di un percorso fatto di 37 romanzi, oltre 150 racconti e numerose opere teatrali.












