
Il potere della statistica quando si guarda al futuro
Sapere che circa il 90 % degli operatori impegnati nel brevissimo termine finisce per perdere denaro spinge a cambiare prospettiva.Chi mira a risultati durevoli preferisce un orizzonte medio-lungo, dove la volatilità quotidiana conta meno e il tempo diventa un alleato. In questo percorso la porta d’ingresso ideale rimane l’uso di ETF,strumenti che offrono diversificazione immediata. Solo dopo averne compreso il funzionamento si passa all’acquisto diretto di azioni, per poi, se la disciplina lo consente, considerare con cautela la leva finanziaria.
Guadagni che corrono, perdite che si fermano
Una flessione del 50 % costringe il patrimonio coinvolto a raddoppiare solo per tornare al punto di partenza. Per questo la regola cardine consiste nel contenere rapidamente i ribassi e, al contrario, lasciare che i titoli in rialzo prolunghino il loro percorso. L’essere umano tende istintivamente a vendere troppo presto ciò che sale e a trattenere troppo a lungo ciò che scende; riconoscere questo riflesso e correggerlo fa la differenza.
Liquidità che si ritira: il campo di prova dei veri investitori
Quando il denaro facile inizia a scarseggiare, emergono opportunità che restano invisibili nei periodi di abbondanza.È qui che entra in scena la visione di Francisco Garacía Parámes.
La strategia di Francisco garacía Parámes
L’esperto gestore evita di partecipare alle quotazioni iniziali, preferendo realtà già sul mercato. Osserva come operano, valuta la sostenibilità del modello di business e attende che il prezzo diventi interessante. Il suo obiettivo è individuare aziende sottovalutate che possano trasformarsi in prede appetibili per concorrenti o fondi, così da beneficiare dell’eventuale premio di uscita.
Un eco della filosofia di Warren Buffet
La prudenza verso le nuove quotazioni ricorda l’approccio di Warren Buffet. Prima di investire, il miliardario del Nebraska studia a fondo la gestione, l’equilibrio dei conti e la capacità della società di generare valore nel lungo periodo, privilegiando titoli che possiedono un vantaggio competitivo difficilmente replicabile.
Monopolio, vantaggio competitivo e rendimenti
Più un’impresa si avvicina alla struttura di monopolio, maggiore è il potere di prezzo che può esercitare, con benefici diretti per gli azionisti. I settori ad alto contenuto tecnologico offrono spesso esempi lampanti: NVIDIA, per citare un caso emblematico, rappresenta oltre la metà della capitalizzazione dell’intero comparto dei semiconduttori grazie al dominio nel segmento delle unità di elaborazione grafica. Questo tipo di leadership si traduce in margini elevati e nella possibilità di reinvestire profitti consistenti in ricerca e sviluppo, rinsaldando ulteriormente la propria posizione.












