
La deriva creativa dopo il 2000
Da inizio millennio si osserva un fenomeno singolare: madri e padri sembrano intenzionati a spingersi oltre i confini della fantasia pur di battezzare i figli con appellativi mai uditi. Se negli anni Novanta bastavano Kevin o Jessica per uscire dal coro, oggi qualcuno arriverebbe a scegliere Mazikeen, un appellativo legato a un demone della serie Lucifer. L’episodio non appare frutto di un monologo comico, bensì di una discussione reale fra due amiche.
Daenerys, Arya e l’onda delle saghe televisive
Il boom di serie come Game of Thrones e saghe letterarie quali Harry potter ha innescato registrazioni anagrafiche che sembravano impensabili. In Italia,stando ai dati ufficiali,sono comparsi Khaleesi,Loki,Thor e perfino Goku. Non si parla di sporadiche eccezioni: tra il 2016 e il 2021 questi nomi sono stati effettivamente inseriti nei registri.
Un dialogo che cambia il destino di una bambina
Sul web, l’utente che firma i propri interventi come LeoStelliumWellium racconta di aver sentito l’amica incinta pronunciare la scelta di Mazikeen. La pronta replica,”ma sul serio vuoi chiamarla così?”,è bastata per far vacillare la decisione. In quella conversazione, ironia e determinazione si sono intrecciate, scongiurando – forse – una futura sequela di imbarazzi.
Le radici oscure di Mazikeen
Nel folklore ebraico, i Mazikeen sono spiriti nocivi, portatori di disgrazie. L’assonanza con la figura di Mazikeen “Maze” dei fumetti DC Comics riporta a un universo narrativo che, pur intrigante, rimane lontano dal desiderio di bene che di solito accompagna un battesimo. Vari commentatori online hanno ricordato che in contesti religiosi sensibili quel nome risulterebbe quantomeno inopportuno.
Thor sì, Maze no: il confine tra tradizione e bizzarria
In Scandinavia appellativi come Thor, Odin o Loke fanno parte della cultura da secoli; in certi casi esistono perfino ciclisti professionisti chiamati così. Il paragone con Mazikeen cade subito: il primo gruppo attinge a una tradizione consolidata, il secondo evoca entità maligne prive di radicamento storico nelle nostre anagrafi.
Il lieto fine? Solo per il pappagallo
Alla fine dell’accesa chiacchierata, la futura mamma non ha cestinato l’idea: ha semplicemente spostato il nome sul suo prossimo pappagallo. “Lo userò per il mio prossimo uccello da compagnia”, ha confermato. In questo modo la creatività resta salva, senza compromettere la quotidianità di una persona che un domani dovrà presentarsi a scuola, al lavoro, in ospedale o all’estero con quel sigillo identitario.
L’amico sincero come ultima linea di difesa
L’episodio dimostra che un confronto schietto può prevenire scelte dettate da binge watching o dall’urgenza di stupire. Chiedere un parere onesto a chi ci sta vicino diventa l’antidoto più efficace contro un possibile, irreversibile “tragedeigh”.












