Un gemello digitale per il pianeta: la piattaforma di google che ridisegna la cartografia globale
Un occhio virtuale sorvola la Terra
Un’enorme quantità di informazioni, pari a diversi petabyte, viene oggi armonizzata in un’unica rappresentazione digitale grazie a AlphaEarth Foundations, la nuova piattaforma di Google. Questo “satellite virtuale” incrocia immagini ottiche, rilievi radar, modelli tridimensionali e simulazioni climatiche, restituendo una visione uniforme di ogni porzione del globo, dalle catene montuose alle acque costiere.
Dati compatti, analisi più rapide
Il punto di forza del sistema risiede nella capacità di racchiudere ogni riquadro di 10×10 metri in un riassunto estremamente leggero: lo spazio d’archiviazione si riduce di sedici volte rispetto alle soluzioni precedenti, abbattendo i costi delle elaborazioni su scala planetaria. In media, l’errore scende del ventiquattro per cento rispetto a tecnologie analoghe, semplificando attività come il controllo della deforestazione, la sorveglianza delle risorse idriche o la stima della resa agricola.
Ricerca scientifica senza confini
Circa cinquanta enti di ricerca hanno già sperimentato per un anno la versione di prova, ottenendo cartografie più precise e in tempi inferiori: FAO, Harvard Forest, Oregon State University, Università di Stanford, il Gruppo di osservazione della Terra e altri istituti utilizzano ora le nuove mappe per monitorare ecosistemi finora poco documentati.
Il caso del Brasile e l’impatto sulla foresta amazzonica
in Brasile,l’organizzazione MapBiomas impiega il dataset di integrazione satellitare per seguire l’evoluzione delle coltivazioni e valutare la salute della Foresta Amazzonica. Secondo il fondatore Tasso Azevedo, la rapidità nello sfornare mappe aggiornate consente strategie di conservazione più efficaci e decisioni mirate allo sviluppo sostenibile.
Oltre le nuvole e il riflesso del ghiaccio
La piattaforma non si lascia confondere dall’abbagliamento della neve né dalle formazioni nuvolose: fonde le rilevazioni spettrali con i profili altimetrici, correggendo distorsioni e lacune. Ne risulta un mosaico coerente in cui montagne,valli,deserti e barriere coralline emergono con uno stesso livello di dettaglio.
Una nuova base per la conoscenza geospaziale
Con oltre un miliardo e quattrocento milioni di “impronte” all’anno,la raccolta di Google Earth Engine alimenta un patrimonio in continua crescita. Gli studiosi possono generare, su richiesta, mappe tematiche che descrivono la salute delle colture, l’espansione urbana o la qualità del suolo, senza dipendere da un singolo satellite.