
Una corsa globale verso il quantistico
Il panorama delle tecnologie quantistiche vede gli Stati Uniti e la Cina investire somme ingenti e raccogliere risultati di rilievo. Oltre a queste due potenze, un terzo protagonista sta però accelerando con decisione. Il Giappone ha annunciato di voler imporsi, nel medio periodo, sia nel computing quantistico sia nella produzione di semiconduttori di nuova generazione.
L’ambizione di Tokyo: superare i colossi
Sulla carta potrebbe sembrare un traguardo complicato, considerando che IBM ha già presentato Condor, processore superconduttore da 1 121 cubit, e dispone della piattaforma Heron (5K), progettata per ridurre gli errori.Anche il Quantum technology Group di China Telecom e il Centro di eccellenza per l’informazione quantistica e la fisica quantistica dell’Accademia cinese delle scienze hanno mostrato Xiaohong,con 504 cubit superconduttori. Il piano nipponico, tuttavia, guarda oltre: entro il 2030 si prevede la realizzazione di un elaboratore quantistico più potente del 25 % rispetto a quello che IBM avrà in funzione nella stessa data.
Il cuore del progetto: 250 cubit logici
Il progetto è già in fase di sviluppo presso il RIKEN Center for Quantum Computing, in collaborazione con Fujitsu e con l’Istituto Nazionale di Scienza e Tecnologia Industriale Avanzata. L’obiettivo è mettere a punto una macchina basata su cubit superconduttori raffreddati con un sofisticato sistema a diluizione, capace di far funzionare 250 cubit logici.
I cubit logici offrono un rimedio alla fragilità dei cubit fisici, estremamente sensibili al rumore. Ogni cubit logico viene costruito su più cubit hardware; la ridondanza consente di individuare e correggere gli errori, rendendo il calcolo stabile e affidabile.
Verso il 2030: obiettivi e tappe intermedie
Fino a poco tempo fa servivano troppi cubit fisici per ottenere un singolo cubit logico privo di errori. Ora, però, IBM, Fujitsu e RIKEN sostengono di aver individuato una strategia più efficiente. IBM sta predisponendo, a Poughkeepsie nello stato di New York, il data center che ospiterà Starling, macchina destinata a raggiungere 200 cubit logici e, teoricamente, ad effettuare cento milioni di operazioni quantistiche entro il 2029.La risposta giapponese mira a 250 cubit logici entro l’anno successivo. Se il traguardo verrà centrato, Tokyo potrebbe conquistare la leadership del settore. Il percorso comprende anche una tappa intermedia: già nel 2026 è previsto un sistema da 1 000 cubit convenzionali, inevitabilmente più esposti ai difetti, ma comunque decisivo per collocare il Giappone a ridosso di Stati Uniti e Cina in questa sfida ad altissima tecnologia.












