
Caldo anomalo oltre il Circolo Polare Artico
In queste settimane il termometro supera con costanza i 30 °C in Lapponia, un territorio che di norma gode di estati brevi e fresche. A Rovaniemi, cuore della Finlandia settentrionale, la colonnina di mercurio tocca i 26 °C, un picco mai osservato così a lungo. La regione,solitamente avvolta da inverni lunghissimi e rigidi,affronta ora un clima che ricorda più le medie di aree temperate che quelle dell’Artico.
Effetti immediati sugli animali simbolo del Nord
Le renne, custodi delle tradizioni sami e dell’equilibrio ecologico boreale, mostrano segni evidenti di sofferenza. Il loro fitto mantello,lo spesso strato di grasso e un metabolismo plasmato dal gelo diventano un ostacolo quando il caldo non concede tregua. Gli allevatori raccontano di esemplari spossati, disidratati, lenti nei movimenti; i cuccioli e gli individui più anziani cedono per primi. Sempre più frequentemente compaiono carcasse nei pascoli e nei boschi, testimonianza di uno stress termico continuo.
Stress termico e minacce collaterali
Quando la temperatura corporea non resta più stabile, il cuore accelera, la respirazione diventa affannosa e l’energia si riduce. In queste condizioni difendersi dai predatori risulta complicato, e gli animali cercano ombra persino vicino ai centri abitati. Il caldo favorisce inoltre sciami di mosche e zanzare che, pungendo incessantemente, sottraggono ulteriore forza alle greggi già provate.
Un indicatore di crisi planetaria
Il surriscaldamento nella fascia artica procede a una velocità doppia rispetto alla media globale. L’aumento delle temperature altera le reti alimentari, moltiplica il rischio di parassiti e riduce la disponibilità di licheni, fondamentale risorsa invernale per le renne. Gli studiosi avvertono che,se la tendenza persiste,le popolazioni di questi cervidi diminuiranno in modo drastico,con conseguenze irreversibili sull’ecosistema e,di riflesso,sull’intero pianeta.












