Rete criminale smascherata: sms falsi e 250.000 euro di truffe bancarie
L’indagine parte da Alicante
L’inchiesta, battezzata “Fake link”, si è accesa nell’Ottobre 2023 quando un abitante di Callosa del Segura, in Provincia Di Alicante, ha segnalato un sms sospetto comparso nella chat ufficiale della propria banca. L’allarme è bastato perché gli investigatori individuassero una rete con base principale a Barcellona, capace di prosciugare in poche settimane oltre 250 000 euro da numerosi conti correnti.
Inganno tramite “spoofing” e sms
I truffatori sfruttavano lo spoofing per far apparire il proprio numero identico a quello dell’istituto di credito, in modo che il falso messaggio si mescolasse fra le comunicazioni autentiche.Il testo annunciava un’operazione sospetta e invitava a cliccare su un collegamento che riproduceva in ogni dettaglio il portale bancario. L’urgenza, unita alla grafica convincente, spingeva la vittima a inserire credenziali e coordinate, consegnando così l’accesso completo al conto.
Tre livelli di organizzazione
La struttura criminale era divisa in tre segmenti: ai vertici, i capobanda e i tecnici realizzavano domini e siti cloni; al centro, i comunicatori telefonavano ai correntisti fingendosi operatori del servizio antifrode e li persuadevano a spostare il denaro “in sicurezza”; alla base, i corrieri economici incassavano i bonifici e prelevavano contanti agli sportelli.
Velocità d’azione e riciclaggio in criptovalute
Dalla digitazione delle credenziali al prelievo passavano raramente più di due ore, un intervallo troppo breve perché gli istituti potessero bloccare i movimenti. Una parte dei fondi finiva subito convertita in criptovalute su piattaforme prive di procedure antiriciclaggio, rendendo il flusso di denaro quasi irrintracciabile.
Arresti e conti bloccati
L’operazione ha condotto all’arresto di 16 persone – 12 uomini e 4 donne di età compresa fra 20 e 50 anni – accusate di associazione a delinquere, riciclaggio e frode informatica. Sotto sequestro sono finiti numerosi dispositivi elettronici, prove digitali e 38 conti correnti. Tutti gli indagati sono ora a disposizione del Tribunale Di Istruzione Numero Tre.











