
La trentesima edizione del No Borders music Festival si è conclusa ieri, portando tra le montagne del Tarvisiano un flusso di circa 30 mila spettatori distribuiti in cinque giornate, dal 19 luglio. Il suggestivo scenario dei Laghi di Fusine ha fatto da cornice a una celebrazione che ha unito suoni, lingue e culture, riaffermando l’anima cosmopolita di un evento nato proprio per abbattere le barriere.Artisti internazionali ai Laghi di Fusine
Sul palco immerso nel verde si sono alternati nomi di richiamo mondiale. Ben Harper & The Innocent Criminals hanno infiammato il pubblico con la loro miscela di rock e soul,seguiti dall’energia di Mika e dal ritmo inarrestabile di Jovanotti. Accanto a loro, la poetica di Lucio Corsi, la verve de I Patagarri, la travolgente orchestra di Goran Bregović e l’eleganza dei Kings of Convenience hanno reso questa rassegna un crocevia sonoro unico.
Numeri che parlano chiaro
L’eco mediatico del festival ha raggiunto cifre da capogiro: 100 milioni di visualizzazioni complessive tra televisione, piattaforme social e altri canali di comunicazione. L’impatto economico sul territorio è stato altrettanto rilevante, con un indotto stimato in 8 milioni di euro, segno di quanto la manifestazione sia diventata fondamentale per l’economia locale.
Un volano per il turismo
Secondo Gabriele Massarutto, presidente del Consorzio di promozione turistica del Tarvisiano, l’evento rappresenta «un pilastro tanto culturale quanto turistico». Lo conferma un dato emblematico: il 90% dei biglietti per il concerto di Jovanotti è stato acquistato da persone provenienti da fuori regione.La sinergia con Regione Friuli Venezia Giulia, promoturismo, comune di Tarvisio e numerosi sponsor ha consolidato la posizione del festival come strumento di valorizzazione e fidelizzazione dei visitatori.
Sostenibilità come parola d’ordine
Il No Borders Music Festival si fregia di riconoscimenti europei in materia ambientale. L’attenzione alla raccolta differenziata, l’impegno plastic-free e l’invito a raggiungere i concerti a piedi o in bicicletta trasformano la rassegna in un modello di tutela del paesaggio alpino.
Il primo bike concert
Da tempo si sognava di unire pedalate e note. Quest’anno l’idea è diventata realtà con il debutto del bike concert,culminato nello show di Jovanotti. il pubblico è salito in sella e ha raggiunto il palco senza motori, esaltando la vocazione green di un festival che, dopo trent’anni, continua a reinventarsi restando fedele al proprio nome: musica senza confini.












