6:06 segna il ritorno di Tekla Taidelli dietro la macchina da presa
Biografia
Nata nel 1977 a Milano, Tekla Taidelli cresce con il cinema nel sangue. Nel 2013 fonda nella metropoli lombarda la Scuola di Street Cinema, un laboratorio che insegna ad alzare il volume delle voci più invisibili, intrecciando Shakespeare, Pasolini e temi d’attualità.
Dal debutto a Locarno a Venezia
Nel 2005, con Fuori vena, la regista esordisce al Festival di locarno e si sente accogliere da Claudio Caligari con un ironico “benvenuta fra i registi maledetti”. Il film, storia d’amore avvelenata dalla tossicodipendenza, ottiene premi e attenzione. Oggi, a vent’anni di distanza dall’opera prima, Taidelli arriva alle Giornate degli Autori della Mostra del cinema di Venezia con il suo secondo lungometraggio, 6:06, presentato nella vetrina Notti Veneziane.
La trama
Il protagonista Leo, interpretato da Davide Valle, ha ventisei anni e osserva la propria esistenza in un grigio perenne, impegnandosi a non perdere l’ennesimo impiego precario utile solo a finanziare le droghe. Un inspiegabile loop temporale lo costringe a rivivere la stessa giornata. Nel vortice compare Jo-Jo, misteriosa ragazza francese interpretata da George Li Tourniaire, che ha appena subito un lutto profondo. La giovane,determinata quanto enigmatica,riempie la vita di Leo di colori inattesi e lo convince a partire insieme fino in Portogallo. Il viaggio diventa un percorso di avvicinamento, un faccia a faccia con demoni, incognite e decisioni cruciali.
Lo sguardo dell’autrice
Taidelli attinge alle esperienze personali più dure – dal consumo di sostanze a un periodo passato in strada – per dare autenticità al racconto.”In Fuori vena vinceva la droga, questa volta trionfa la vita”, osserva la regista. Dopo aver attraversato un inferno personale, l’autrice desidera che il suo cinema parli di rinascita e felicità come valori universali, soprattutto alle nuove generazioni che spesso si sentono disilluse in un vuoto culturale. Nel film, spiega, “si incontrano due parti di me: la più tormentata e quella che riflette un’armonia finalmente conquistata”.
Street Cinema: dare voce agli invisibili
la Scuola di Street Cinema di milano nasce con l’idea di trasformare la strada in palcoscenico, portando in primo piano chi normalmente resta ai margini. Attraverso testi immortali adattati all’oggi, gli allievi imparano a far sentire la propria voce. Con 6:06, Taidelli prosegue la sua missione: dimostrare che, anche dopo il buio, la luce è possibile.













