Il ritorno della Grotta del Turco tra meraviglia naturale e fede
Riaperta dopo dieci anni: emozione a Gaeta
È bastato un annuncio dello storyteller Fabrizio Politi per rimettere in moto la curiosità: la Grotta del Turco è di nuovo visitabile. Il sito, chiuso per un decennio, accoglie nuovamente viaggiatori e pellegrini all’interno della Montagna Spaccata, un complesso roccioso che domina la costa tirrenica del Lazio. L’ingresso non prevede biglietto; l’offerta libera, sottolineano i custodi, aiuta soltanto a sostenere la manutenzione.
Un viaggio lungo 250 gradini tra rocce e luce
Il percorso di accesso inizia dall’antica scalinata che, con circa duecentocinquanta gradini, scende verso il mare. Oggi la discesa si arresta a un belvedere intermedio, soluzione adottata per garantire la sicurezza dei visitatori. Vietati animali domestici e tuffi fra le rocce, mentre gli orari stabiliscono aperture dal martedì alla domenica, dalle 9.00 alle 12.00 e dalle 14.30 alle 17.30. Chi è già sceso fra queste pareti suggerisce scarpe stabili e abbigliamento rispettoso,perché il contesto non è una spiaggia ma un ambiente roccioso dal forte valore spirituale.
Il santuario sospeso e i santi pellegrini
A dominare la grotta c’è il Santuario della Santissima Trinità, eretto nell’XI secolo. L’edificio barocco, a navata unica, custodisce tele d’epoca e simboli di profonda devozione. nel corso dei secoli il luogo ha accolto figure illustri: San Filippo Neri, che secondo la tradizione riposava su una roccia chiamata “il letto di San Filippo Neri”, ma anche Ignazio di Loyola, Bernardino da Siena e il pontefice Pio IX. Lungo il cammino si incontra una Via Crucis di ceramica maiolicata dell’Ottocento, restaurata di recente, che accompagna il visitatore in un itinerario di riflessione.
Leggende di mare, impronte e pirati
Il fascino della Montagna Spaccata nasce da storie tramandate per secoli. Secondo la tradizione, tre fenditure si aprirono nella roccia al momento della morte di Cristo; una di esse formò la cavità oggi nota come Grotta del Turco. Il racconto della “Mano del Turco” narra di un marinaio musulmano che, scettico di fronte al presunto miracolo, appoggiò la mano sulla parete, lasciando un’impronta tuttora visibile. gli studiosi spiegano il segno con fenomeni carsici, ma la leggenda continua ad affascinare. Nel Medioevo la cavità divenne rifugio per pirati saraceni, mentre al suo interno un enorme masso incastrato, trasformato in Cappella del Crocifisso, simboleggia stabilità e fede.
Info utili per l’accesso gratuito
L’esperienza nella Grotta del Turco mescola natura, storia e devozione. I giochi di luce all’alba e al tramonto colorano l’acqua in sfumature mutevoli, rendendo ogni visita diversa dalla precedente. Il ticket non è previsto e la donazione resta facoltativa, caratteristica che rende il sito aperto a tutti, dagli amanti del trekking a chi ricerca panorami sul Mediterraneo di rara bellezza.













