
Un campanello d’allarme per il 2026
Gli studiosi annunciano che nel 2026 potrebbe accendersi un terzo lampo nella remota galassia WISEA J122045.05+493304.7. L’ipotesi si basa su calcoli che indicano un’orbita di circa settecento giorni fra la stella sopravvissuta e il buco nero supermassiccio ospitato al centro di quella galassia.
Cronaca di due esplosioni gemelle
Nel 2022 i telescopi hanno registrato una luce violentissima,catalogata come AT 2022dbl. Il bagliore si ripete nel 2024 quasi con le stesse caratteristiche energetiche e nella medesima regione di cielo. Le verifiche guidate da Lydia Makrygianni e coordinate da Iair Arcavi escludono errori strumentali o la presenza di due oggetti distinti: si tratta della stessa stella che, pur dilaniata, riesce a compiere un nuovo passaggio attorno alla gigantesca voragine cosmica.
La distruzione che non è totale
Quando una stella oltrepassa il limite di Roche, la marea gravitazionale del buco nero ne strappa materia in maniera catastrofica. In questo caso, però, la lacerazione è soltanto parziale: una parte di gas precipita nella singolarità, produce il brillante lampo; il resto dell’astro, seppur mutilato, continua la propria traiettoria ellittica.
Modelli e simulazioni rivedono le certezze
Le ricostruzioni digitali mostrano un astro di circa tre masse solari che danza attorno a un oggetto di un milione di masse solari. Le simulazioni riproducono con sorprendente fedeltà i picchi luminosi del 2022 e del 2024 e suggeriscono che l’appuntamento del 2026 abbia un’elevatissima probabilità di realizzarsi. La chance che due esplosioni indipendenti avvengano nello stesso punto di cielo in un intervallo così breve è stimata allo 0,12 %, un valore che rafforza la visione di un sistema ciclico.
Ripensare gli eventi di distruzione mareale
molti lampi finora etichettati come TDE potrebbero, alla luce di questa scoperta, essere frutto di disgregazioni parziali. le stime sui tassi di morte stellare vicino ai buchi neri risultano quindi sovradimensionate, mentre la dinamica del processo appare più complessa di quanto ipotizzato. Le temperature, le luminosità anomale e le singolari linee spettrali osservate in passato trovano ora una spiegazione plausibile.
Un tassello alla teoria di Hills
Il comportamento della sorgente AT 2022dbl si inserisce nel quadro tracciato dalla teoria di Jack Hills, secondo cui le stelle di un sistema binario possono essere catturate e riciclate in orbite strette dopo la rottura del legame gravitazionale originario.Il fatto che l’evento avvenga in una galassia di tipo Balmer-strong,dove la formazione stellare recente è intensa,salda ulteriormente la connessione fra questo ambiente galattico e la frequenza dei TDE.
Verso un nuovo paradigma
L’osservazione di una stella capace di resistere a più incontri con un buco nero gigante spalanca interrogativi sulla reale soglia di sopravvivenza degli astri e ridefinisce i confini della fisica estrema. L’attesa per la possibile accensione del 2026 cresce di giorno in giorno: se il lampo si ripeterà, il fenomeno entrerà di diritto fra le pietre miliari dell’astronomia contemporanea, costringendo a revisioni profonde dei manuali che descrivono l’interazione fra stelle e mostri gravitazionali.












