
Il vero volto degli onischi, piccoli crostacei terrestri
A prima vista i porcellini di terra sembrano insetti, eppure appartengono alla sottoclasse dei crostacei. Da milioni di anni la maggior parte dei loro “cugini” rimane negli oceani, mentre oltre duecento specie hanno conquistato la terraferma, mantenendo comunque un legame vitale con l’acqua. Il più diffuso, Porcellio scaber, possiede ancora branchie, ma ha sviluppato una sorta di polmone per risparmiare umidità e un sistema che espelle scorie azotate senza disperdere liquidi preziosi. questa ingegnosa adattabilità spiega la presenza della famiglia Porcellionidae perfino nei deserti di Asia e Africa.
Aspetto e mimetismo di un “minuscolo gamberetto”
Il corpo ovale, protetto da un esoscheletro formato da otto segmenti, raggiunge i due centimetri di lunghezza. La livrea, di norma grigia con riflessi violacei, varia in tonalità gialle, rosate, marroni o blu, secondo luce, umidità e temperatura ambientale.Un paio di antenne più sviluppate, estremamente sensibili, guida l’animale verso il cibo, mentre gli occhi composti rilevano pericoli e ripari. Il colorito mutevole e la capacità di rimanere immobile rendono l’onisco un maestro del camuffamento: lo si scorge raramente, e proprio questa sorpresa suscita repulsione.
Habitat preferiti e dispersione
Questi artropodi perdono acqua velocemente attraverso il carapace; perciò scelgono spazi ombrosi, freschi e umidi. Cantine, bagni, intercapedini, serre, cumuli di foglie, compostiere e sottobosco forniscono l’umidità necessaria alla sopravvivenza. Se qualcuno nota un esemplare in casa, quell’animale non è appena arrivato: era già lì, celato nelle fessure. Negli appartamenti domina Porcellio scaber, mentre in cantine e sotterranei compaiono spesso Armadillidium vulgare, il porcellino “corazzato”, e il più allungato Cylisticus convexus nelle strutture agricole.
Ruolo ecologico fra giardini e boschi
L’onisco non attacca piante sane; si nutre di materiale vegetale in decomposizione, muschio, cortecce e alghe. Nei cumuli di compost accelera la formazione di humus ricco, divorando spore fungine e limitando così patologie delle colture. Nel sottobosco le sue deiezioni trasportano spore di funghi “specializzati” che degradano la lettiera, arricchendo il terreno di sostanze nutritive.
Quando diventa ospite sgradito
Solo in rari casi, se la popolazione esplode, i porcellini irrigidiscono il terriccio nei vasi da fiori, riducendo l’ossigeno disponibile per le radici e rosicchiando tessuti vegetali teneri.In serre particolarmente umide gradiscono germogli di pomodoro, cetriolo o cavolo, ma il danno resta modesto, tanto che difficilmente si possono definire veri parassiti.
Strategie di sopravvivenza e riproduzione
Il comportamento dell’onisco è governato da riflessi elementari: con clima caldo o secco accelera l’andatura, altrimenti rallenta o si immobilizza. Il movimento caotico e rapidissimo gli permette di sfuggire a predatori. La stagione degli amori coincide con la primavera. Il maschio deposita il seme negli orifizi femminili, le uova vengono custodite in una sacca ovigera e, al termine dello sviluppo, i piccoli escono già autonomi. Prima della maturità subiscono fino a dodici mute, rinnovando prima il segmento posteriore, poi l’anteriore, in una curiosa ”metà chiara, metà scura”. L’esistenza di un onisco va da una settimana a un anno, con più cicli riproduttivi.
Rischi per l’uomo: inesistenti morsi, possibili spore
L’apparato boccale consente soltanto di triturare residui molli: l’onisco non morde e non punge. Non esistono evidenze che trasporti agenti patogeni gravi; tuttavia, muovendosi su superfici umide, può veicolare spore di muffe, motivo per cui non è gradito nei bagni o nelle dispense.
Perché entrano nelle nostre case e come allontanarli
I porcellini si infilano negli edifici inseguendo umidità e nutrimento, talvolta trasportati da terriccio per piante, scarpe sporche o attraverso condotte di ventilazione, tubature e fognature. Evitare la loro colonizzazione significa mantenere gli ambienti asciutti e puliti, sigillare fessure con mastice, riparare perdite, svuotare spesso il cestino dei rifiuti, installare ventilazione forzata nel bagno, lavare le stoviglie prima della notte, controllare le piante in vaso ed eliminare regolarmente foglie e detriti dal giardino. Dove l’umidità persiste può risultare utile distribuire calce spenta, sale o acido borico nelle aree di passaggio.Qualora queste misure non bastino, prodotti specifici per la disinfestazione o l’intervento di professionisti risolvono l’invasione in breve tempo.












