
Un piccolo villaggio incastonato nella Valle Antrona
Immerso tra le montagne del Piemonte, Viganella si adagia a circa 900 metri di quota, nel cuore della stretta Valle Antrona. Con una popolazione che sfiora le duecento persone,il paesino dell’alta Provincia di Verbano-Cusio-Ossola assomiglia a un quadro alpino: aria nitida, silenzio ovattato,boschi fitti e pietre antiche che raccontano storie di un tempo.
Ottantatre giorni di penombra totale
Dal 11 novembre al 2 febbraio, la luce diretta del sole scompare.Le cime del Monte Scagiola e dei rilievi adiacenti formano una barriera naturale che proietta un’ombra lunga sull’abitato. In quei quasi tre mesi, anche nelle giornate più limpide, la piazzetta principale resta immersa in un crepuscolo permanente. Per generazioni, gli abitanti hanno accettato la mancanza di luminosità come parte dell’inverno, adattando orari, abitudini e perfino l’umore a un buio prolungato.
L’idea audace di un sindaco e di un architetto
Nel 2006 l’allora primo cittadino, Pierfranco Midali, affiancato dall’architetto Giacomo Bonzani, sceglie di affrontare la questione in modo innovativo. Nasce così il progetto di un enorme specchio capace di intercettare i raggi solari e rifletterli verso il cuore del paese. L’obiettivo consiste nel trasformare la penombra in una nuova occasione di luce e socialità.
Come funziona il grande specchio
la superficie riflettente, realizzata in acciaio lucidato e ampia quaranta metri quadrati, viene collocata sul versante opposto a quota 1 100 metri, proprio sopra il Monte Scagiola. un sistema computerizzato ne regola la rotazione, seguendo il percorso del sole durante la giornata. In questo modo, tra novembre e febbraio, la piazza di Viganella riceve fino a sei ore di illuminazione diretta al giorno, pur restando fisicamente in ombra. Il risultato appare visibile a occhio nudo: un fascio luminoso scivola sulle facciate in pietra e restituisce calore e colore al centro del villaggio.
Una piazza tornata a vivere
grazie al fascio artificiale, l’area di ritrovo torna pulsante anche d’inverno. I bar riaprono gli ombrelloni,i bambini giocano senza guanti per qualche ora e gli anziani si fermano sulle panchine a discutere di neve e vendemmia. L’umore collettivo migliora e il turismo scopre un motivo in più per arrampicarsi fin quassù: assistere allo spettacolo di un raggio che attraversa la valle come una freccia d’oro.
Il 2 febbraio, quando il sole vero riappare
Ogni anno, lo specchio saluta la fine della propria missione. Il 2 febbraio, i raggi naturali oltrepassano di nuovo la cresta montuosa e bagnano direttamente case, tetti e mulattiere. La comunità celebra il momento con musica, polenta fumante e dolci di castagne, trasformando la giornata in una vera festa del sole.











