
La Banca Centrale Europea osserva che,in circostanze estreme, il mercato dell’oro può trasformarsi da rifugio sicuro a fattore di instabilità. L’istituto evidenzia come la forte concentrazione tra poche controparti, unita all’impiego di derivati OTC poco trasparenti, possa produrre un improvviso irrigidimento della liquidità. Perturbazioni sul segmento fisico avrebbero quindi il potenziale di amplificare il rischio di contrazione dell’intero sistema finanziario.
Governance privata e assenza di vigilanza pubblica
Il centro nevralgico di questo ecosistema è la London Bullion Market Association, realtà privata che stabilisce le specifiche per raffinazione, commercio e custodia dei metalli. Alla sua ombra opera la London Precious Metals clearing Limited, consorzio che gestisce le compensazioni. Insieme definiscono, di fatto, le regole del più grande mercato mondiale OTC dei lingotti, pur non detenendo lo status di autorità regolatrice formale. Le loro decisioni incidono su banche centrali, fondi sovrani e investitori al dettaglio, ma gli strumenti per dirimere contenziosi o fronteggiare stress sistemici restano vaghi.
Standard datati e disallineamento con la domanda asiatica
I parametri fissati dalla LBMA prevedono lingotti da circa 500 once troy – circa 15,6 chilogrammi – con purezza minima di 995‰. Questo formato agevola lo stoccaggio in caveau londinesi, ma si scontra con la preferenza asiatica per i kilobar da 1 chilogrammo. La conseguenza è una catena logistica dispendiosa e poco sostenibile.
L’ingombrante formato da 500 once troy
Raffinerie della Svizzera importano regolarmente lingotti londinesi da 400 once troy – all’incirca 12,4 chilogrammi – per rifonderli in unità più piccole. Quando la domanda si affievolisce, il materiale ritorna a Londra, invertendo la rotta. Oltre al costo economico,il percorso comporta emissioni di carbonio non trascurabili e un uso intensivo di energia.
Il collo di bottiglia londinese
La concentrazione di caveau e infrastrutture di sicurezza nella City crea punti di pressione. Periodi di traffico intenso o interruzioni della catena di approvvigionamento riducono la liquidità, aggravando i rischi individuati dalla BCE.
Possibile ruolo della Banca dei Regolamenti Internazionali
Una riforma concreta potrebbe coinvolgere la Banca dei Regolamenti Internazionali. L’ente, già custode dell’oro di numerose banche centrali, vanta neutralità giuridica e competenza nel coordinamento internazionale. Trasferirle la supervisione delle infrastrutture e l’approvazione delle operazioni – senza azzerare le funzioni operative della LBMA – bilancerebbe governance, trasparenza e interesse pubblico. In questo modo il mercato dell’oro verrebbe allineato ad altri settori finanziari strategici, incrementando la resilienza verso tensioni geopolitiche, minacce informatiche e richiesta di chiarezza da parte degli investitori.












