
Ogni anno nel mondo finiscono nella spazzatura oltre 760.000 tonnellate di mozziconi, mentre la produzione globale di sigarette si avvicinerà a 23.077.673 chilogrammi nel 2025. Benché gli effetti sulla salute provochino circa 8 milioni di decessi l’anno, l’impatto sull’ambiente non è meno allarmante.
Sostanze tossiche e microplastiche: un cocktail pericoloso
I filtri delle sigarette custodiscono circa 7.000 componenti chimici. Uno solo dei 4,5 miliardi di mozziconi che ogni anno raggiungono oceani, fiumi, marciapiedi e spiagge può inquinare 100 litri d’acqua. I filtri, composti da acetato di cellulosa, sono ricchi di microplastiche, frammenti minuscoli ormai rilevati in tutti i mari e perfino sul fondo della fossa oceanica più profonda. Ogni mozzicone impiega fino a 12 anni per degradarsi, rilasciando progressivamente sostanze tossiche negli ecosistemi. Anche gettati in strada, vengono trascinati da pioggia e vento nei sistemi fognari, e da lì raggiungono corsi d’acqua e mari.
Fumo tradizionale, sigarette elettroniche e tabacco senza combustione
Non soltanto le bionde classiche, ma anche sigarette elettroniche e prodotti di tabacco riscaldato aggravano l’accumulo globale di plastica. I residui dei dispositivi elettronici contengono PLA, metalli, batterie al litio e altre componenti difficili da smaltire, moltiplicando la pressione sugli impianti di trattamento dei rifiuti.
Le risposte possibili: dalle spiagge smoke-free all’asfalto “rinforzato”
Il rimedio più efficace resta smettere di fumare,ma nell’attesa si moltiplicano i tentativi di limitare la dispersione dei mozziconi.Oggi circa 700 spiagge italiane sono dichiarate smoke-free, pari a circa un quinto del litorale nazionale, riducendo così la presenza di filtri nella sabbia e nel mare.
Intanto un progetto congiunto fra Università di Granada e Università di Bologna sperimenta l’uso di mozziconi, compresi quelli elettronici, come additivo per le pavimentazioni stradali. I filtri, pressati con cera fischer-Tropsch e trasformati in pellet, vengono mescolati con bitume caldo. Le fibre rilasciate migliorano la resistenza alla fessurazione, consentono di aumentare il contenuto di legante e abbassano la temperatura di produzione, riducendo così anche le emissioni. Il Laboratorio di Ingegneria Civile dell’ateneo spagnolo ha validato l’efficacia di asfalti con 40% di materiale riciclato, aprendo una strada promettente per riutilizzare una parte dei miliardi di mozziconi generati ogni anno.












