Addio a Terence Stamp, volto magnetico del cinema dagli anni Sessanta
Una partenza avvolta nel silenzio
Con discrezione, nella giornata di ieri, Terence stamp ha lasciato questa terra, permettendo ai soli parenti di diffondere la notizia. Quel volto dagli occhi chiarissimi era diventato il simbolo di un’epoca che,all’alba degli anni sessanta,immaginava di rivoluzionare il mondo.
Dalle strade di Londra ai riflettori internazionali
Nato il 22 luglio 1938 in una famiglia della piccola borghesia di Londra, con un padre marinaio e una crescita segnata da mille lavoretti, il giovane Terence scoprì la propria vocazione artistica dopo un rapido passaggio all’Accademia d’arte drammatica. Il debutto arrivò nel 1962 con “Billy Budd” di Peter Ustinov, tratto da Melville: immediata la candidatura all’Oscar.
Da quel momento, per oltre dieci anni, i suoi lineamenti aristocratici e lo sguardo di ghiaccio conquistarono pubblico e fotografi. Lontano dal set conquistò il cuore di Julie Christie e visse un’intensa storia con la super-modella Jean Shrimpton.Sullo schermo, invece, registi del calibro di William Wyler lo scelsero per “Il collezionista”, mentre Joseph Losey lo rese indimenticabile al fianco di Monica Vitti in “Modesty Blaise”.
La stagione italiana e le grandi amicizie
In quegli anni il suo nome si legò profondamente al cinema della Penisola. Federico Fellini lo volle in “Tre passi nel delirio”, Pier Paolo Pasolini lo scelse per “Teorema”, Nelo Risi lo diresse in “Una stagione all’inferno”, e Giuseppe Patroni Griffi lo chiamò per “Divina creatura”. Tra i colleghi,la complicità più forte fu con Michael Caine,mentre sul set la rivalità amichevole con David Hemmings teneva viva la sfida artistica.
Il richiamo dell’oriente e il ritorno sul grande schermo
A metà degli anni Settanta, messo in pausa il successo, l’attore si ritirò in India per un lungo periodo di meditazione. Tornò sotto i riflettori nel 1978, dando invece volto al temibile Generale Zod in “Superman”. Da quel momento, scelse con cura ruoli spesso sinistri, convinto che i “cattivi” restino impressi nella memoria; indimenticabile la sua drag queen in “Priscilla, la regina del deserto”.
L’ultima notte a Soho e il posto tra le stelle
La sua conclusione artistica è datata 2021 con “Ultima notte a Soho” di Edgar Wright. Se esiste un luogo celeste riservato ai grandi interpreti britannici, per Terence Stamp c’è già una poltrona in prima fila.













