
L’oliveto superintensivo entra nella storia
Trincee profonde, terreni livellati e solchi scavati da ruspe hanno trasformato in poche settimane oltre 25 000 metri quadrati di campagna di Castro dei Volsci, nel cuore della provincia di Frosinone. Gli interventi, finalizzati all’impianto di un oliveto superintensivo, sono stati realizzati a ridosso della Via Appia Antica, tracciato riconosciuto come Bene di Interesse Culturale.
La scintilla dell’indagine
Nel febbraio 2025 un funzionario della Soprintendenza Archeologica del Lazio ha denunciato agli investigatori la presenza di mezzi meccanici pesanti all’interno dell’area tutelata. Su richiesta della Procura di Frosinone, gli specialisti del Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale hanno avviato immediatamente accertamenti tecnici.
Reperti danneggiati e contesto stravolto
Durante il sopralluogo i militari hanno individuato fossati, sbancamenti e movimenti di terra privi di controllo archeologico. A terra, frantumati e sparsi, giacevano frammenti ceramici, blocchi lapidei, macine, basi di torchi, tegole e grandi dolia romani. L’azione delle ruspe ha ridotto in pezzi molti manufatti, cancellando parte della stratigrafia e sottraendo agli studiosi informazioni preziose per sempre.
L’alveo del “Fosso delle Volpi” modificato
Gli scavi hanno toccato anche l’argine demaniale del Fosso delle Volpi, deviarne il corso naturale per oltre 500 metri ha aggravato il quadro dei danni ambientali e archeologici.
Stima economica e provvedimenti
la relazione tecnica redatta dagli archeologi quantifica la perdita in più di sei milioni di euro. In assenza di autorizzazioni, l’autorità competente ha imposto l’immediata sospensione dei lavori.
Sette persone sono ora indagate per reato contro il patrimonio storico e per danneggiamento aggravato del sito. Gli atti sono stati trasmessi al Tribunale di Frosinone.












