Debutto umbro per un racconto di fabbrica
Operai, storia di un lavoratore italiano prenderà il via martedì 19 agosto al Calvi festival, trasformando la cittadina di Calvi dell’Umbria in un palcoscenico dedicato alla memoria operaia. Il breve viaggio dello spettacolo proseguirà mercoledì 20 nelle sale di Palazzo Petrignani ad Amelia, giovedì 21 al teatro comunale di Avigliano Umbro e venerdì 22 sotto le luci di piazza Santa Maria a Lugnano in Teverina; se le nuvole dovessero arrivare, la serata si sposterà nel vicino Spazio Fabbrica.
Un viaggio sonoro tra gli anni Sessanta e oggi
Sul palco insieme a Germano Rubbi – che firma testo, regia e interpretazione – saliranno Fabrizio Bordignon, Ivo Cibocchi con la fisarmonica, Andrea Pagliacci al contrabbasso e fabio D’Isanto alle percussioni. Le musiche originali sono di Francesco Verdinelli. La vicenda segue un bambino degli anni Sessanta nato letteralmente accanto ai cancelli dello stabilimento: crescerà con l’obiettivo, quasi predestinato, di indossare la tuta blu, proprio come desidera il padre e, forse, come esige l’ambiente che lo circonda. Ogni fase della crescita è accompagnata da un suono ritmico che ritorna, scandendo il passare del tempo come il battito costante di una pressa.
La voce vera degli operai dentro il copione
Il testo prende forma dalle parole raccolte in lunghe conversazioni con uomini e donne di fabbrica, pensionati o ancora in servizio: racconti di turni notturni, ricordi, timori, sogni e risate affiorano in scena come frammenti di un documentario in carne e ossa. Lo spettatore si troverà, senza accorgersene, immerso in una vera indagine sociologica che disegna il ritratto collettivo di una generazione cresciuta all’ombra di un altoforno.
Un filo rosso tra generazioni
il destino dell’operaio diventa così metafora di un’intera classe sociale, un legame che unisce padri e figli lungo la stessa catena di montaggio. Attraverso gli occhi ancora ingenui del protagonista, la fabbrica si trasforma in scuola di vita, luogo di speranze e prigione insieme, eco di un Paese che ha costruito il proprio futuro sul rumore delle macchine.













