
Moorea, scalo d’altri tempi
Atterrare a Moorea, per chi è abituato agli hub europei, significa fare un salto in un’altra dimensione. La struttura si riduce a un edificio compatto, una sola sala d’attesa con poche decine di sedie, un chiosco di souvenir e un bar in stile locale. Dopo il check-in, i viaggiatori escono all’aperto, vengono salutati da una hostess sorridente e camminano direttamente verso la pista, in grado di ospitare un unico velivolo per volta. Il rumore di sottofondo non è quello dei motori a reazione, bensì il fruscio delle palme che incorniciano l’orizzonte polinesiano.
Check-in rapido, atmosfera da villaggio
Nessun metal detector, nessuna serpentina di transenne, nessuna attesa interminabile al gate. Qui il controllo di sicurezza tradizionale semplicemente non esiste. La procedura si esaurisce con la consegna del bagaglio e la ricevuta della carta d’imbarco. Chi arriva per tempo si accomoda su sedie di legno, con la brezza dell’oceano che entra dalle finestre aperte. L’impressione è quella di un piccolo paese in festa più che di un aeroporto.
Posti liberi, finestrino a chi arriva per primo
Il biglietto non riporta alcuna assegnazione del sedile. Salire a bordo ricorda i tragitti in corriera: chi varca per primo la porta del velivolo sceglie dove sistemarsi. Ginevra iorio,viaggiatrice e narratrice,preferisce il lato sinistro per godere della vista sull’oceano e sulle isole vicine. La cabina si riempie in pochi minuti, fra sorrisi e scambi di consigli sui punti panoramici più suggestivi.
Dal cielo al mare senza soluzione di continuità
Il volo di collegamento verso Bora Bora dura meno di un’ora, ma rappresenta già parte integrante dell’esperienza. Una volta a terra, la sorpresa continua: sull’isola non circolano taxi, autobus né treni. il trasferimento verso i celebri resort su palafitte avviene esclusivamente via mare, attraverso traghetti pubblici o lance private messe a disposizione dagli hotel. Sbarcare direttamente davanti alle palafitte sospese sull’acqua turchese è il preludio ideale alla vacanza.
Gli hotel di Bora Bora raggiungibili soltanto in barca
Navigare fra lingue di sabbia bianca e scogliere di corallo è l’unico modo per arrivare alla propria stanza. Il tragitto diventa quindi un rituale, quasi un battesimo nell’azzurro del Pacifico. L’alternarsi di colori,dal verde intenso della vegetazione al blu profondo della laguna,imprime ricordi indelebili in chi guarda dal ponte.
Luoghi del mondo dove il metal detector resta spento
Le eccezioni alla regola dei controlli di sicurezza si contano sulle dita di una mano e si concentrano in regioni lontane dal turismo di massa. In Groenlandia, alcuni scali che gestiscono solo tratte domestiche lasciano i passeggeri liberi di imbarcarsi dopo il semplice check-in. Situazione analoga in Islanda, dove i voli interni partono da terminal separati e non richiedono il passaggio ai varchi.
Piccoli aeroporti in Groenlandia e Islanda
Il traffico ridotto, l’assenza di collegamenti internazionali e la posizione remota consentono di fare a meno delle apparecchiature di controllo. Le autorità locali mantengono comunque personale addetto a una sorveglianza discreta, pronto a intervenire in caso di necessità.
Gli scali per l’aviazione generale in Italia
Anche nel cuore dell’Europa si trovano realtà simili, benché riservate a un pubblico ristretto. L’aeroporto di Bresso, a due passi da Milano, e Torino Aeritalia accolgono voli privati, scuola di volo e aviazione sportiva. Chi parte da questi campi non affronta metal detector né code, poiché l’utenza limitata e la tipologia di traffico riducono al minimo i rischi legati alla sicurezza.












