
Il comparto bancario del Vecchio Continente sta vivendo il semestre più brillante dal 2010.Da gennaio le azioni degli istituti inclusi nello STXE 600 Banks mettono a segno un guadagno medio che sfiora il 30 %,risultato che doppia la performance di comparti quali edilizia,industria e persino assicurazioni. All’interno di questo rally spiccano le quotazioni di Commerzbank e Société Générale, quasi raddoppiate rispetto all’avvio dell’anno, ma l’avanzata riguarda la totalità dei componenti dell’indice, tutti sopra i prezzi del primo gennaio.
Il ruolo decisivo degli istituti della periferia europea
La spinta arriva soprattutto da realtà considerate periferiche. Santander e Sabadell, per esempio, mostrano progressi rispettivamente del 70 % e del 60 %, riportando l’indice su livelli ignorati per oltre un decennio.Gli osservatori ricordano che il fenomeno si manifesta nonostante i tassi d’interesse si muovano al ribasso rispetto ai picchi raggiunti, mentre l’incertezza macroeconomica resta alimentata da una narrativa internazionale non sempre lineare.
Utili superiori alle attese nel primo trimestre
Nel periodo gennaio-marzo molte banche hanno pubblicato dati che battono il consenso di circa il 10 % a livello settoriale e risultano leggermente migliori rispetto allo stesso periodo del 2024. Analisti di case di gestione sottolineano come gli istituti di Spagna, Portogallo e Grecia abbiano completato con successo la pulizia degli attivi, rafforzando solidità patrimoniale e capacità di distribuzione.
Spazio di rialzo limitato, ma esistono ancora occasioni
La rapidità della salita ha portato diverse banche a negoziare in prossimità dei target a dodici mesi, lasciando sulla carta un potenziale di crescita medio attorno al 3 %. Tuttavia il mercato ravvisa ancora opportunità: il consenso individua margini superiori alla media per realtà come Banco Santander, UniCredit, Intesa Sanpaolo, BNP Paribas, NatWest Group, Nordea, Erste Group, danske Bank, Bank polski, Banco de Sabadell e FinecoBank. Secondo gli esperti, tali istituti coniugano capitalizzazione robusta, coefficienti di solvibilità elevati e ottimo track record nella gestione del rischio.
La valutazione torna ai livelli pre-crisi
L’ascesa, sostenuta sia dal miglioramento delle stime sugli utili sia dall’espansione dei multipli, ha eliminato lo sconto decennale rispetto al valore contabile. Oggi il settore quota intorno a 1,1 volte il book value, cifra che non si vedeva dal 2008, quando scoppiò la crisi finanziaria globale.
Focus sui big di primo livello
Gli investitori continuano a premiare colossi come UniCredit, Intesa Sanpaolo e BNP Paribas, che scambiano vicine ai massimi quindicennali. Le prospettive di queste banche restano brillanti, secondo la maggioranza degli analisti, nonostante le continue evoluzioni normative e i cambiamenti del contesto dei tassi. In particolare, alcune banche d’affari ribadiscono la raccomandazione di acquisto su BNP, citando un potenziale di apprezzamento vicino al 30 % grazie a un tasso di crescita composto dei ricavi oltre il 5 % nell’arco 2024-2026, trainato da margine d’interesse e commissioni.
Fiducia dei vertici malgrado le incognite globali
I dirigenti del settore confermano con convinzione gli obiettivi sull’intero esercizio, in diversi casi alzando le previsioni di redditività. Tale fiducia distingue le banche europee da molte imprese non finanziarie, che faticano a mantenere la guidance in un contesto di dazi e rallentamento congiunturale.












