
Attraversare la capitale,inseguendo il 38° parallelo
Lasciata Seoul,la linea metropolitana corre fino alla stazione di Gimpo. Subito dopo il binario, il paesaggio si allarga in risaie e campi militari: è qui che un autobus o un taxi accompagnano i visitatori all’ingresso del Peace Ecopark. Il controllo dei documenti avviene davanti a un posto di guardia; passaporto alla mano, si oltrepassa il check-point e si procede verso sentieri immersi nel verde.
Il sentiero sospeso tra canne di bambù e acciaio
Un ponte metallico, sospeso sopra la vegetazione, introduce alla parte centrale del parco. I due fratelli statunitensi, Will Lamb e il fratello minore, percorrono quei dieci minuti di cammino con lo zaino in spalla, aiutati da una famiglia coreana che offre un passaggio in auto per l’ultimo tratto. La fitta foschia non cancella la sagoma delle colline nordcoreane: il confine è ormai a un battito di ciglia.
La terrazza panoramica dello Starbucks di Aegibong
All’ultimo piano dell’edificio principale, lo sguardo si apre su Kijong-dong, il villaggio di propaganda appena oltre la linea di separazione. Ampie vetrate avvolgono la sala; cannocchiali a disposizione dei clienti permettono di scrutare case, antenne, campanili. L’aroma di un vanilla cold brew si mescola all’emozione di trovarsi di fronte a uno dei Paesi più chiusi al mondo.
«Da statunitensi,questo è il punto più vicino che possiamo raggiungere», racconta Will mentre impugna la tazzina. Il caffè è «normalissimo», ripete con un sorriso, ma la cornice lo trasforma in qualcosa di irripetibile.
Simbolo di pace in un contesto di tensione costante
Lo Starbucks di Aegibong non è soltanto una caffetteria: nasce come finestra sul dialogo tra le due Coree. Le pareti interne espongono fotografie della Demilitarized Zone, mentre pannelli informativi spiegano la storia recente della penisola. L’obiettivo dichiarato è rilanciare il turismo in un’area che il mondo associa a conflitti e missili, ma che oggi tenta di raccontarsi attraverso un semplice gesto quotidiano: bere un espresso guardando il vicino “invisibile”.
Consigli pratici per raggiungere il locale di confine
Il tragitto richiede circa due ore, traffico permettendo. Metropolitana fino a Gimpo, poi autobus 22 o taxi privato per il parco; un documento d’identità resta indispensabile, poiché le forze armate possono fermare i turisti in qualunque momento. Orari di ingresso e possibili restrizioni cambiano in base alla situazione politica: informarsi prima di partire evita spiacevoli sorprese.
Il caffè più interessante di una vita
Tra nebbia, nuvole e un vento costante, la silhouette dei tetti nordcoreani affiora all’orizzonte. «È stato il caffè più curioso che abbia mai assaggiato», confida will mentre riempie di immagini il proprio profilo social. L’eco delle risate, il profumo dei chicchi tostati, la vista su un Paese proibito: tutta l’esperienza si fonde in un unico ricordo, destinato a restare.












