
Uno sguardo ai banchi dei mercati nipponici
Chi arriva in Giappone e passeggia tra i corridoi scintillanti di supermercati o mercati rionali nota subito un dettaglio: l’etichetta del prezzo.Le cifre dedicate a frutta e verdura oscillano tra valori familiari a un visitatore proveniente dall’Italia e importi che appaiono quasi incredibili. In madrepatria, una mela perfetta o un melone levigato sono considerati doni raffinati, simboli di premura verso l’ospite. Questo approccio spinge i coltivatori nipponici a trattare ogni singolo esemplare come un oggetto artigianale, influenzando in modo diretto il costo finale.
Verdure accessibili e qualche sorpresa
Tra gli scaffali, alcune verdure si collocano su livelli tariffari molto simili a quelli italiani. Un peperone giallo si ferma intorno a 1,87 €; una confezione di prezzemolo da cucina sfiora 1,25 €; il mazzo di asparagi raggiunge 1,87 €. Un sacchetto da otto-dieci patate medie è proposto alla stessa cifra, mentre cinque cipolle grandi fanno salire il totale a 3,14 €. A sorpresa, una testa d’aglio richiede 1,87 €, la lattuga intera un solo euro, tre cipollotti 1,63 €, mezza testa di cavolo appena 0,87 €.Il sacchetto di spinaci vale 1,50 €, due pomodori grandi superano i due euro con 2,50 €, tre cetrioli lunghi costano 1,63 € e tre melanzane lunghe di nuovo 1,87 €.
In sostanza,ortaggi come cavolo,patate e lattuga rimangono convenienti,mentre pomodori e aglio presentano importi decisamente più alti rispetto a molte città italiane.
La frutta, simbolo di prestigio
Quando si passa al reparto frutta, la forbice si apre in modo evidente. Sei mandarini vengono proposti a 4,45 €; quattro banane sorprendono con un prezzo di 0,94 €; tre limoni richiedono 1,58 €; un avocado da insalata tocca 1,90 €. Per due pesche si varcano i 4,45 €, mentre una scatola di ciliegie locali vale 5,09 €. Un kiwi pesa sul portafoglio per 1,09 €, un mango lievita fino a 5,54 €, cinque arance arrivano a 3,71 €, quattro mele a 3,19 €. Il melone cantalupo si colloca sui 4,47 €, un’anguria di media grandezza sfiora 8,20 €, un ananas costa 3,19 €.
Le banane rimangono l’unica vera eccezione, mentre pesche,mango e anguria raggiungono fasce di prezzo che in Europa si associano a regali di pregio. Alcune varietà di melone di lusso, non presenti nell’elenco, superano con tranquillità i cento euro a pezzo nelle boutique gastronomiche specializzate.
Oltre l’economia: tradizione e territorio
Il prezzo elevato non dipende unicamente dal costo della vita. La superficie coltivabile in Giappone è limitata e frammentata, fattore che spinge i produttori a dedicarsi maggiormente alla qualità. la selezione manuale, l’impollinazione controllata e la cura estetica fanno sì che un melone con imperfezioni, pur dolce, resti fuori dalle vetrine di fascia alta. A questo si somma l’elemento culturale: donare frutta impeccabile, spesso avvolta in una reticella protettiva, è un gesto cortese radicato nei secoli. Un mango da cinque euro risulta quindi normale per chi vive nell’Arcipelago, ma suscita stupore in chi approda dall’Europa.











