
Appena varcata la soglia di Alchemist, nel quartiere Østerbro di Copenaghen, Jack Canevali capisce di trovarsi in un universo parallelo. Il locale, fregiato di due stelle Michelin e quinto nella graduatoria mondiale di The World’s 50 Best Restaurants, accoglie gli ospiti con luci soffuse, pareti che proiettano immagini in movimento e un programma di degustazione che promette quarantaquattro creazioni nell’arco di sette ore, dalle 17:30 alle 00:30, per una spesa di circa 800 euro.
Un fiore metallico che racchiude Pisco Sour
Il cammino comincia con una sferificazione gialla di Pisco Sour collocata al centro di un fiore di metallo. Il contrasto fra la fragilità della sfera e la solidità della struttura anticipa la poetica dello chef Rasmus Munk: ogni boccone è un mosaico di gusto, immaginazione, denuncia.
Formiche nel bicchiere e sapori citrici
Il secondo assaggio alza immediatamente il livello di provocazione. In calice arriva un estratto di formiche acide; nel liquido galleggia un esemplare intero. Il sorso è pungente, fresco, sorprendentemente equilibrato.
Dal glutine soffiato alla medusa cruda
Una nuvola di glutine riempita di fumo apre la sequenza dei piatti veri e propri. All’interno si nascondono crema di scampi e caviale. Subito dopo, una meringa ghiacciata custodisce marmellata di olivello spinoso, bacca nordica dal profumo intenso. La pietanza che conquista Canevali è il sashimi di medusa: trasparente, leggermente gelatinosa, condita con salsa ponzu e olio al wasabi.
Plastica commestibile sopra merluzzo fritto
Il messaggio ambientale più forte giunge con un filetto di cod fritto ricoperto da una pellicola di plastica edibile.La vista colpisce, il sapore sorprende, il cervello riflette sull’inquinamento dei mari.
Lobster roll “al contrario”
Pane fritto il cui impasto incorpora astice, da intingere in salsa al rafano. Grassezza e piccantezza si bilanciano in pochi morsi croccanti.
1984, l’occhio che osserva
Una cupola di caviale gelificato poggia su capasanta e viene presentata dentro un supporto a forma di occhio bianco.Il riferimento al romanzo di George Orwell è immediato: controllo, sorveglianza, inquietudine.
Piatti da leccare, farfalle e vernice commestibile
La serata prosegue in chiave performativa. gli ospiti devono leccare un piatto di ceramica concava, assaggiano una farfalla liofilizzata, assistono allo chef che imbratta le pareti con pigmenti commestibili mentre serve una portata chiamata “Vernice”. Appaiono mousse di cervello di vitello, zampette di gallina, bocconi che mettono alla prova ogni certezza.
L’esperienza social diventa virale
La maratona culinaria di Jack Canevali, raccontata in tre filmati pubblicati sul suo profilo social, incassa migliaia di visualizzazioni, commenti e condivisioni. Gli utenti si dividono fra chi vede in Alchemist un laboratorio di arte contemporanea applicata al cibo e chi lo giudica eccesso allo stato puro.
Sette ore, quarantaquattro creazioni, ottocento euro
Il bilancio finale riporta numeri inequivocabili: sette ore di viaggio sensoriale, quarantaquattro preparazioni, un esborso che sfiora gli 800 euro. Chi cerca le immagini di ogni singola portata trova sul profilo di Canevali la documentazione completa di una delle degustazioni più radicali sulla scena gastronomica globale.












