Carlo Conti: l’addio commosso a Pippo Baudo, il suo maestro
Ricordi dell’inizio di carriera
Quando era ancora un ragazzo agli esordi, Carlo Conti sentiva spesso gli amici chiamarlo “Pippuzzo”. Il soprannome nasceva dall’ammirazione sconfinata che provava per Pippo Baudo, considerato un faro in grado di illuminare il cammino di chiunque sognasse la televisione. L’accostamento, per lui, aveva la stessa importanza che un giovane calciatore attribuirebbe al paragone con maradona. Con il tempo, quel sentimento di devozione si trasformò in un rapporto vero, tanto che Superpippo arrivò a chiamarlo «collega».
L’incontro decisivo
Il loro primo incrocio avvenne nel periodo della tv per ragazzi.più avanti, in fascia preserale, Baudo lo volle tra i conduttori di Luna Park. Da quel momento tra i due nacque un legame solido, destinato a rafforzarsi negli anni. Conti ricorda ancora l’emozione di sentirsi definire «baudiano» quando chiuse il suo ultimo Sanremo: un aggettivo che per lui significava avere appreso la lezione più importante sul Festival, evento che Baudo aveva saputo reinventare con energia e autorevolezza.
L’eredità di un gigante
Nelle parole di Conti,la scomparsa di Pippo Baudo rappresenta la fine di «un pezzo di storia». al tempo stesso, tutto ciò che il grande conduttore ha trasmesso resterà: i talenti scovati, i cantanti lanciati, i comici scoperti. Come suggeriva il titolo pensato per lui da Garinei & Giovannini, L’uomo che inventò la televisione, il suo modo di fare spettacolo continua a vivere negli studi televisivi, nelle scalette dei programmi e nell’entusiasmo di chi sale sul palco. «Oggi – confessa Conti – sembra che lo schermo si oscuri: una parte della mia vita professionale se ne va, ma sarò sempre grato a quell’uomo che mi ha insegnato tutto».













