
Dominando la valle, la Fortezza di Civitella del Tronto
Immensa e severa, la Fortezza di Civitella del Tronto compare fra i profili verdi della Val Vibrata come un baluardo in pietra che sembra non aver mai smesso di vegliare. Chi sale lungo i suoi bastioni cammina dove un tempo pattugliavano i soldati borbonici, ascolta i racconti di assedi che scuotevano le montagne e, nello stesso istante, viene rapito da un panorama vastissimo: dal bianco delle cime del Gran Sasso fino alla linea azzurra dell’Adriatico. Il passato affiora a ogni passo,mentre la brezza porta con sé il profumo di pini e ginestre.
Nel cuore del borgo di Civitella del Tronto
Ai piedi della rocca, il borgo di Civitella del Tronto resta un intreccio di vicoli che si avvitano fra case in pietra e balconi carichi di gerani. Qui il Medioevo non è un’eco lontana; è un compagno di viaggio che sbuca all’improvviso dietro un arco, in una piazzetta nascosta o nel sorriso di chi racconta storie tramandate da generazioni. Ci si perde volentieri tra gradinate ripide e antiche botteghe, lasciandosi guidare dal suono delle campane e dal profumo di pane appena sfornato.
Nel ventre roccioso delle Gole del Salinello
Poco più a ovest, le Gole del Salinello spalancano un corridoio di roccia scavato dall’acqua in millenni di pazienza. Le pareti incombono, l’eco del torrente accompagna il cammino e il canto degli uccelli si mescola agli spruzzi delle piccole cascate.Il sentiero corre fra felci e muschi luminosi, regala scorci improvvisi dove l’azzurro del cielo si incastra nell’ardesia delle falesie, e invita a immergersi in un paesaggio che ha il respiro ampio e libero della Montagna abruzzese.
Il silenzio dell’Eremo Grotta Sant’Angelo
Nascosto sopra un costone calcareo, l’Eremo Grotta Sant’Angelo invita alla quiete assoluta. Le sue mura, scavate direttamente nella parete, sono ancora punteggiate da piccole nicchie, tracce di antichi affreschi e gradini consumati dai pellegrini. varcata la soglia scavata nella roccia, si avverte un silenzio che sembra rallentare il tempo. la luce, filtrando dal basso, disegna ombre morbide e lascia intuire quanto la fede sapesse dialogare con la natura quando pietra e spirito si fondevano senza soluzione di continuità.
Museo NINA, scrigno della memoria abruzzese
L’itinerario trova un perfetto contrappunto al Museo NINA, un vero scrigno che custodisce oltre tremila testimonianze della vita quotidiana di un Abruzzo contadino e artigiano. Tra fotografie in bianco e nero, utensili di legno e costumi ricamati, riaffiorano mestieri dimenticati e feste di paese che riempivano di canti le notti estive.Camminando fra le teche ci si accorge che ogni oggetto racconta non solo chi lo usava, ma anche un’intera comunità fatta di gesti lenti e legami profondi.
Tra montagne e memoria, un viaggio che sorprende
Dal labirinto di pietre di Civitella del Tronto alle acque impetuose del Salinello, dal silenzio avvolgente dell’Eremo alle sale colme di ricordi del Museo NINA, questo angolo di Abruzzo rivela un’anima complessa e selvaggia. Chi sceglie di avventurarsi fra le sue strade e i suoi sentieri scopre che, in queste terre, la natura è ancora sovrana e la storia continua a parlare con voce viva e appassionata.












