
Perché il sole estivo può diventare un nemico
Con l’arrivo di giugno la nostra epidermide si ritrova contemporaneamente scudo e bersaglio. La Società Italiana di Medicina ambientale avverte che la moda delle abbronzature esasperate, soprattutto tra i più giovani, aumenta i pericoli per la salute. Il calore agisce direttamente sull’«orologio biologico» cutaneo. Temperature superiori a 32 °C – sempre più comuni nelle città – accelerano i processi di invecchiamento. Una ricerca condotta negli Stati Uniti e pubblicata su Science Advances nel 2025 mostra che un’esposizione prolungata a giornate roventi può far apparire le cellule più “vecchie” di quattordici mesi rispetto a chi vive in zone più fresche.
Caldo e raggi ultravioletti danneggiano l’orologio cellulare
Eritemi, arrossamenti e scottature rappresentano solo la parte visibile del problema. L’invecchiamento indotto da raggi ultravioletti e caldo estremo è strettamente legato a un aumento del rischio oncologico. L’Organizzazione Mondiale della Sanità stima che oltre il novanta per cento dei tumori cutanei non melanoma sia riconducibile all’irraggiamento UV. Nel 2023 in Italia sono stati registrati circa ventiquattromila nuovi casi di melanoma, un incremento di un quinto nell’ultimo decennio secondo i registri oncologici nazionali.
Difendere l’epidermide tra caldo e inquinamento
Proteggere la pelle non è mera questione estetica ma una vera strategia di prevenzione. Evitare il sole diretto tra le undici e le sedici, applicare ogni giorno schermi solari ad ampio spettro con filtri anti-smog, introdurre nella dieta antiossidanti naturali come vitamine C ed E e polifenoli aiuta a limitare i danni. Frequentare spazi verdi alberati, capaci di ridurre la temperatura locale e migliorare la qualità dell’aria, si rivela un’altra scelta preziosa. Controllare tramite app o bollettini ARPA i livelli di ozono e particolato fine permette di rinviare l’attività fisica all’aperto nei giorni più critici. prodotti dermatologici arricchiti con prebiotici e postbiotici sostengono il microbiota cutaneo e riducono le conseguenze dello smog.












