
La corsa a Marte accelera
L’idea di raggiungere Marte è diventata una vera passione per l’umanità e, a ogni passo avanti, la distanza che separa la Terra dal Pianeta Rosso sembra accorciarsi. Oggi i vettori a propulsione chimica impiegano tra sette e nove mesi per completare il tragitto, un periodo che impone enormi sacrifici fisici agli astronauti e richiede scorte considerevoli. Nel cuore di questa sfida spunta Pulsar Fusion, giovane realtà del Regno Unito, che annuncia Sunbird, un motore a fusione capace di ridurre il viaggio a circa tre mesi.
Il segreto: la fusione nucleare
Un attuale vettore interplanetario tocca i 58 000 km/h per liberarsi dalla gravità solare. Con sunbird, la velocità teorica sale fra 341 000 e 804 000 km/h. Il risultato è un tragitto assai più breve e un’esposizione minore alle radiazioni cosmiche. Invece di decollare con propulsori tradizionali, Pulsar Fusion propone di lanciare moduli di fusione che, una volta in orbita, si colleghino alla navicella principale: in tal modo si evita di portare a terra il carico radioattivo e si alleggerisce il decollo.
I prossimi passi: test in orbita
Le sfide ingegneristiche appaiono notevoli, tuttavia la tabella di marcia prevede un primo esperimento di fusione lineare nello spazio entro il 2027. L’obiettivo non è lanciare un razzo completo, ma convalidare il concetto in condizioni reali. Il budget stimato per l’operazione si aggira intorno a 70 milioni di dollari.
Tra quattro anni il sogno diventa realtà?
se il collaudo del 2027 darà risultati positivi e i finanziamenti arriveranno, Sunbird potrebbe essere operativo in un periodo compreso fra quattro e cinque anni. Riuscire a vedere un motore a fusione funzionante in orbita aprirebbe la porta a una nuova pagina di esplorazione del Sistema Solare, ridisegnando rotte, tempi e ambizioni delle future missioni con equipaggio.












