
Il cineasta australiano Michael Gracey, celebrato per The Greatest Showman, Rocketman e Better Man, volge lo sguardo verso l’eredità di Luciano Pavarotti. Il progetto prende forma in un musical capace di fondere, senza soluzione di continuità, la vita del tenore modenese con la sua voce immortale.
Visite a Bologna e incontri familiari
Gracey racconta di aver compiuto diversi viaggi a Bologna. In quelle tappe ha dialogato con la cerchia più intima del maestro, dalla vedova Nicoletta Mantovani alla figlia Alice, senza trascurare la prima moglie Adua Veroni e le tre figlie nate da quel matrimonio. Convincere un simile nucleo, forte e articolato, non è stato immediato; eppure ora il cammino è tracciato.
La tecnologia mit per un accompagnamento inedito
L’opera impiegherà la voce autentica di Pavarotti, isolata dalle registrazioni storiche. Un algoritmo sviluppato al Massachusetts Institute of technology rigenererà l’orchestra, mentre cantanti dal vivo ricreeranno l’atmosfera di un vero palcoscenico.
Obiettivo: conquistare le nuove generazioni
L’intento dichiarato di Gracey è parlare a chi non ha mai assistito a un’aria lirica dal vivo. Grazie a un approccio scenico moderno e a un tessuto narrativo che restituisce il lato umano di Pavarotti, il regista punta a far vibrare le platee più giovani.
Dal successo di The greatest Showman alla chiamata per Pavarotti
Lo stesso detentore dei diritti sulla biografia del tenore, dopo aver visto The Greatest Showman, ha contattato il regista offrendogli l’opportunità di dar vita a questo nuovo spettacolo.Oggi Gracey confessa di esserne totalmente assorbito, pronto a restituire sul grande schermo la potenza di una voce che non smette di emozionare il mondo.












