
La cittadina di Wetzlar, a circa sessanta chilometri da Francoforte, sta festeggiando il centenario di Leica con mostre, eventi e rarità esposte fino al prossimo settembre. Nella sede storica dell’azienda, il motto “cent’anni di Leica: testimone di un secolo” viene declinato in esposizioni che partono dall’Ernst Leitz Museum con The Pleasure of Seeing dedicata a joel Meyerowitz, passano per la Leica Galerie dove Augenzeuge restituisce lo sguardo di Édouard Elias sui conflitti contemporanei, e arrivano a These Are the Days, raccolta personale firmata dal musicista-fotografo Jamie Cullum.
Dalla Fiera di lipsia del 1924 alle aste da capogiro
La prima fotocamera 35 millimetri prodotta in serie, ideata dall’ingegnere ottico Oskar Barnack, viene presentata cent’anni fa alla Fiera di Primavera di Lipsia. Compatta e leggera, quell’apparecchio rivoluziona il modo di raccontare il mondo. Oggi una rarissima Leica serie 0 n. 112 del 1923 raggiunge la cifra record di 7,2 milioni di euro in un’asta che celebra non soltanto un oggetto, ma un capitolo intero di storia della fotografia.
La libertà di muoversi con uno “sguardo portatile”
Secondo Giovanni Fiorentino, ordinario di Sociologia dei processi culturali e comunicativi all’Università della Tuscia, la Leica introduce un nuovo alfabeto visivo: piccola e maneggevole, essa permette di scattare in sequenza con rapidità, trasformando la foto in un racconto immediato e personale. L’accademico sottolinea che già prima dell’epopea del fotogiornalismo epico, figure come Ilse Bing e André Kertész dimostrano come la macchina diventi prolungamento dello sguardo, strumento ideale per esplorare la modernità urbana e la vita quotidiana.
Dalle avanguardie all’umanesimo fotografico
La sperimentazione di Ilse bing, con il celebre Autoritratto con Leica del 1931, resta un manifesto di autonomia femminile in epoca in cui quel gesto è tutto fuorché scontato. nel frattempo, artisti quali Alexander Rodchenko e Lucia Moholy spezzano la staticità ottocentesca adottando angolazioni ardite e geometrie essenziali, mentre Henri Cartier-Bresson e Robert Capa portano la piccola fotocamera ovunque, dal fronte di guerra alle strade di Parigi. In Italia la stessa attitudine viene condivisa da Gianni Berengo Gardin, che utilizza la Leica per accompagnare i mutamenti sociali del dopoguerra, trasformando la cronaca in memoria visiva.h2: Icone scolpite nella memoria collettiva
Nel mirino di questa macchina transitano immagini che definiscono il Novecento: il volto leggendario di Che Guevara, la bambina vietnamita che corre nuda e terrorizzata dopo il napalm, il miliziano spagnolo colpito dal proiettile, James Dean sotto la pioggia a New York, i soldati sulle spiagge di Normandia, il pugno in primo piano di Cassius Clay, la bandiera sovietica issata sul Reichstag e il bacio del marinaio a Times Square.Ognuno di questi scatti dimostra come la Leica renda possibile “entrare” nell’azione e restituirla con immediatezza struggente.
Edizioni speciali e tappe globali
Per il centenario, l’azienda lancia la Leica M11 100 Years of Leica “Wetzlar Germany”, limitata a cento esemplari, mentre iniziative culturali approdano a Dubai, Milano, New York, Shanghai e Tokio. Lungo questo itinerario, workshop, talk e retrospettive collegano l’evoluzione tecnologica alla forza narrativa della fotografia, ricordando come la Leica continui a incarnare, dopo cento anni, l’idea stessa di testimone silenzioso ma imprescindibile.












