
«A volte pare che siano trascorsi solo pochi istanti, in altre occasioni l’impressione è quella di un’eternità». Con questa immagine Fergal Lawler, batterista degli Cranberries, racconta l’emozione nel rievocare l’uscita di No Need to Argue, secondo album della formazione irlandese pubblicato il 3 ottobre 1994 da Island Records. Oggi il trentennale viene festeggiato con un sontuoso cofanetto deluxe, approdato nei negozi il 7 luglio, mentre il 15 agosto arriverà anche la versione digitale potenziata.
L’era di zombie e la svolta mondiale
Trainato dall’energia di Zombie,brano-simbolo che affronta il dramma dei disordini politici che hanno segnato l’Irlanda dalla fine degli anni ’60 fino al 1998,l’album spalancò alla band le porte del successo planetario. «Non abbiamo mai sofferto di quella che molti chiamano “second-album syndrome»”, sottolinea Lawler. «durante il tour Dolores O’Riordan riusciva a scrivere con facilità; anzi, era un vulcano di idee.Spesso un pezzo nato nel pomeriggio finiva già nella scaletta serale». Così Zombie venne proposto dal vivo all’inizio del 1993, quando il gruppo divideva i palchi europei con gli Hothouse Flowers, e il pubblico ne rimase subito rapito.
Le rarità custodite nel nuovo cofanetto
La ristampa comprende una demo inedita di Zombie, le registrazioni del leggendario Woodstock ’94 e l’intero Mtv Unplugged trasmesso il 18 aprile 1995. A impreziosire l’edizione in vinile da tre LP-tiratura limitata-arrivano due remix firmati dal produttore scozzese Iain Cook dei Chvrches.
Ode to my family e gli altri singoli che hanno fatto la storia
Accanto a Ode to My Family compaiono brani come I Can’t Be With You, Ridiculous Thoughts e Dreaming My Dreams.Zombie conquistò la vetta delle classifiche in Australia, Danimarca, Francia, Belgio e Germania, dominò l’Option Airplay di Billboard e fu incoronato Song of the Year agli Mtv Europe Music Awards 1995.
Dal tour alla sala di registrazione: un flusso creativo continuo
Lawler ricorda giorni frenetici ma entusiasmanti: «Non appena un pezzo prendeva forma lo provavamo sul palco, e quella risposta immediata ci spingeva a registrarlo al più presto». Il risultato fu No Need to Argue, disco che consolidò il percorso iniziato con Everybody Else Is Doing It, So Why Can’t We? e che oggi, a trent’anni di distanza, torna a far battere il cuore degli appassionati con un’edizione celebrativa ricca di sorprese.












