
la fine delle vacanze estive e l’arrivo di settembre portano con sé la tradizionale frenesia che precede il rientro tra i banchi di scuola. Mentre migliaia di piccoli studenti pregustano l’abbraccio degli amici e il profumo dei quaderni nuovi, un’ondata di inquietudine attraversa parecchie famiglie in tutta italia. All’orizzonte, infatti, si profilano norme più rigide che potrebbero trasformare un semplice atto, quale l’assegnazione del nome al neonato, in un ostacolo insormontabile per l’accesso all’istruzione.
Quando l’appellativo si trasforma in cavillo legale
La legislazione italiana – nello specifico gli articoli 34 e 35 del DPR 396/2000 – interviene da tempo per impedire che bambini e bambine crescano portando sulle spalle denominazioni offensive, ridicole o legate a figure controverse. Sebbene la libertà di scelta resti ampia, non è affatto illimitata. Viene quindi esclusa la possibilità di attribuire lo stesso nome a due fratelli viventi, di trasformare il cognome in nome proprio, di utilizzare appellativi inappropriati, stranieri con caratteri non riconosciuti dall’alfabeto italiano o riferiti a culti religiosi se impiegati in modo sacrilego.Le denominazioni finite nel mirino
Nel corso degli anni l’anagrafe ha respinto diverse proposte,creando un elenco “ufficioso” di appellativi finiti nel limbo. A causare il veto sono,ad esempio,i nomi ispirati a personaggi dei cartoni animati o dei fumetti,come Doraemon,Biancaneve,Pollon o Goku. Stesso destino per quelli legati a personaggi storicamente ingombranti – si pensi ad Adolf Hitler, Iosif Vissarionovič Stalin, Osama Bin Laden – o a figure nate sul piccolo e grande schermo, per esempio Joey Tribbiani, Jon Snow, Stan larochelle. Nel mirino compaiono anche i protagonisti di celebri romanzi quali Frodo, il grande Gatsby e il conte dracula, come pure nomi connessi a un culto, tra cui Gesù, Lucifero, Maometto. Non mancano nemmeno le denominazioni che riecheggiano il mondo dello sport - Maradona,Pelé,Amadeus - o quelle mutuate da celebri marchi,quali Nike,Gucci,Prada.
L’impatto concreto sulle famiglie
Il genitore che decide di battezzare il figlio con un appellativo appartenente a queste categorie può imbattersi in un blocco immediato già allo sportello dell’anagrafe. L’ufficiale di stato civile, infatti, può rifiutarsi di registrare l’atto di nascita o, in alternativa, avviare una procedura di rettifica che passa per il vaglio del tribunale. Il rischio non si esaurisce lì: qualora una denominazione illecita sfuggisse ai controlli iniziali,l’ostacolo potrebbe riaffiorare al momento dell’iscrizione a scuola,impedendo di fatto l’accesso all’istruzione pubblica.
Scegliere con equilibrio per evitare problemi futuri
Per tutelare la serenità dei propri figli – e aggirare tanto le trafile burocratiche quanto la possibile esclusione dagli istituti scolastici – i neo-genitori preferiscono, sempre più spesso, optare per scelte ponderate, distanti da appellativi d’impatto e da soluzioni “di moda”. Una decisione ragionata, infatti, non solo protegge il bambino da eventuali prese in giro, ma mette anche al riparo la famiglia da imprevisti spiacevoli, come la necessità di sostituire in tribunale il nome prescelto o, peggio ancora, l’impossibilità di varcare la soglia della classe il primo giorno di scuola.












