
Il Reply AI Film Festival torna, dopo l’esordio dell’anno scorso, per ridefinire il confine tra tecnologia e narrazione cinematografica. Mentre l’82.Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica della Biennale di Venezia anima le sale, l’hotel Excelsior del Lido di Venezia ospiterà giovedì 4 settembre la cerimonia in cui verranno premiati i dieci corti finalisti, scelti tra oltre 2 500 opere arrivate da 67 nazioni.
La giuria internazionale
A decretare i vincitori sarà un gruppo di esperti diretto dal regista Gabriele Muccino. Al suo fianco siedono il co-regista de Il re leone Rob Minkoff, i creatori di Curious Refuge Caleb & Shelby Ward, la produttrice Denise Negri, il giornalista statunitense Dave Clark, il futurologo Charlie Fink, il chief technology officer di Reply Filippo rizzante, l’imprenditrice svedese Caroline Ingeborn, il direttore creativo Paolo Moroni e l’animatore catalano Guillem Martinez Roura. Questi professionisti valuteranno originalità, qualità realizzativa e uso consapevole dell’IA in ogni fase, dalla sceneggiatura alla post-produzione.
Premi speciali
accanto ai tre riconoscimenti principali, l’edizione 2024 introduce il Lexus Visionary Award, destinato alla pellicola che saprà fondere meglio design, innovazione e uno sguardo sul futuro, e l’AI for Good Award, realizzato con l’Unione Internazionale delle Telecomunicazioni: quest’ultimo onorerà il corto che metterà in luce con maggior efficacia gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite.
I finalisti e il tema
Il filo conduttore di quest’anno è «Generation of Emotions». I dieci cortometraggi selezionati mostrano come l’intelligenza artificiale possa suscitare emozioni autentiche attraverso immagini, suono e racconto. Tra i talenti in gara compaiono programmatori-artisti, registi, sceneggiatori, animatori VFX e appassionati provenienti da Italia, Gran Bretagna, Germania, Francia, Stati Uniti e Brasile.
Muccino descrive il festival come «un’esperienza pionieristica che testimonia la scintilla tra creatività umana e algoritmo». Secondo il regista romano, l’IA non rimpiazza la fantasia dell’uomo, ma la amplifica, aprendo strade narrative impensabili solo pochi anni fa.












