
L’antica tassa che accompagna gli italiani dal 1938
Il canone Rai affonda le radici in un regio decreto del 1938 che impose un tributo sul possesso di apparecchi capaci di ricevere onde radiotelevisive. Nel corso del tempo l’imposta cambiava forma, ma restava sempre presente nelle case degli abitanti della Penisola. Dopo un breve alleggerimento a 70 euro,l’importo tornava a 90 euro annui e veniva prelevato direttamente nella fattura della luce,rendendo praticamente impossibile dimenticarsene.
Importo attuale e modalità di addebito
Oggi la somma di 90 euro si spalma sulle bollette dell’elettricità, suddividendosi nell’arco dell’anno. Il prelievo automatico alleggerisce di fatto il portafoglio, senza bisogno di alcuna azione da parte dell’utente, ma per qualcuno sta per arrivare una piacevole svolta.
Esenzione 2025: chi spegne 75 candeline può brindare
La sorpresa riguarda chi è nato nel 1950. Nel 2025, al compimento del settantacinquesimo compleanno, questi cittadini potranno salutare per sempre il pagamento del Canone Rai, purché rientrino nei parametri stabiliti dal Governo. L’opportunità offre un servizio pubblico gratuito e trasforma una spesa fissa in un ricordo.
Requisiti di reddito: la soglia di 8.000 euro
Per godere del privilegio,il nucleo familiare deve presentare un ISEE non superiore a 8.000 euro annui. La soglia, fissata per l’intera famiglia, stabilisce un limite chiaro oltre il quale l’agevolazione decade, indipendentemente dall’età del richiedente.
Il modulo da compilare e dove trovarlo
Chi possiede i requisiti può scaricare il modulo di esenzione dal portale ufficiale dell’Agenzia delle Entrate, allegando copia del documento di identità e la certificazione ISEE aggiornata. Nella stessa sezione del sito è disponibile la modulistica dedicata ai diplomatici, ai militari stranieri e a chi non possiede alcun dispositivo capace di ricevere onde radiotelevisive. Anche queste categorie,infatti,possono chiedere di non pagare il tributo.











