
La seconda amichevole internazionale vede Cagliari incassare un altro stop con due reti di scarto. Sul campo neutro i tedeschi dell’Hannover 96 tengono costantemente il pallone tra i piedi, costringendo i sardi a inseguire. Il vantaggio arriva dal dischetto: il difensore Deiola,schierato al centro della retroguardia,stende Matsuda e l’arbitro indica il rigore. Tomiak realizza. Poco dopo, Pichler sfiora il raddoppio con un tiro che colpisce la traversa.
Sette ammonizioni in un’amichevole
La formazione guidata da Fabio Pisacane mette in mostra tanta foga agonistica. Il direttore di gara estrae ben sette cartellini gialli, un numero che, per un test estivo, rasenta il primato.
L’esperimento di Pisacane e i giovani in campo
Nel primo segmento di gara il tecnico prova diverse soluzioni: sulla corsia sinistra agisce Idrissi, in attacco si muove il nuovo acquisto Borrelli, mentre i talenti della Primavera Vinciguerra e Pintus cercano spazio. L’assetto risulta però troppo sperimentale per apprezzare progressi concreti.
Ripresa più equilibrata grazie ai “titolari”
Con l’ingresso dei giocatori di maggiore esperienza, l’incontro cambia volto. Il confronto diventa bilanciato e all’82° Luvumbo va vicino al pari.Il contropiede successivo degli ospiti, nato da un corner, spegne però le speranze rossoblù: in mischia spunta Neubauer e firma il definitivo 2-0. In pieno recupero al Primavera Trepy viene annullato un gol per fuorigioco.
Cagliari tra partenze e volti nuovi
la rosa isolana ricorda molto quella della scorsa stagione, ma ora mancano certezze come Augello, Makoumbou e Viola, che hanno salutato la Sardegna. Sul fronte ingressi il club rossoblù attende di integrare al gruppo Folorunsho, già al lavoro ad Assemini, il centro sportivo dove la squadra rientra dopo la mini-tournée estera.
Prossimo impegno alla Domus Arena
Sabato l’appuntamento è fissato a Cagliari,nello stadio dedicato a Gigi riva,per la sfida con il Sant’Etienne che assegna l’omonimo trofeo estivo.
Le parole del tecnico
«poche squadre – osserva Pisacane al termine – hanno affrontato avversari di tale livello in un arco di tempo così breve. Vado oltre il risultato e mi concentro sull’analisi di ogni elemento del gruppo, su ciò che funziona e su dove occorre crescere: gioco, ritmo, intesa collettiva. È un percorso che richiede tempo, anche se tutti vorremmo accelerarlo».












