
Da inizio anno,il settore privato non finanziario italiano,soprattutto famiglie e singoli investitori,accantona una cifra record di 8,767 miliardi di dollari. Il fenomeno, che il mercato definisce “fuga di capitali”, e che l’istituto centrale ora cataloga come “acquisto-vendita di banconote e valuta estera senza fini specifici”, supera per entità quello registrato nel luglio 2019, alla vigilia delle elezioni europee.
Dal disaccumulo al maxi-deflusso del secondo trimestre
Nei primi tre mesi dell’anno si verifica un rimpatrio di capitali pari a 531 milioni di dollari. In quel periodo il 69 % del flusso netto in entrata deriva da vendite di banconote. Con l’allentamento delle restrizioni sui movimenti di denaro, però, il quadro muta bruscamente: tra aprile e giugno l’ammontare di valuta estera accantonata balza a 9,298 miliardi di dollari, di cui il 59 % è costituito da banconote e il resto da investimenti oltreconfine. A maggio la domanda di dollari cresce del 60 % rispetto ad aprile e a giugno di un ulteriore 26 %, raddoppiando nell’arco di tre mesi.H4: Banconote contro trasferimenti: come cambia il mix
Ad aprile il 92 % dell’accumulo riguarda esclusivamente banconote. Da maggio la quota di contante inizia a ridursi mentre si fa strada il trasferimento di fondi e investimenti all’estero, che arrivano a pesare il 46 % a maggio e il 54 % a giugno.
Le dinamiche del sistema finanziario a giugno
A giugno il conto finanziario in valuta mostra un deficit di 725 milioni di dollari.La principale voce in uscita è l’aumento delle disponibilità in divisa estera delle istituzioni finanziarie per 1,275 miliardi di dollari, cui si aggiunge la sottoscrizione di titoli in dollari per 58 milioni. Queste uscite sono mitigate da entrate nette legate a prestiti finanziari e linee di credito per 593 milioni e da finanziamenti di organismi internazionali per 15 milioni.
La posizione generale di cambio delle banche
A fine giugno lo stock della posizione generale di cambio (PGC) tocca 8,571 miliardi di dollari,in aumento del 17 % sul mese precedente. Il rialzo deriva per lo più dall’incremento delle riserve in valuta (+1,214 miliardi di dollari) e, in misura minore, dall’accumulo di banconote (+61 milioni). Le banconote in dollari, che ammontano a 5,186 miliardi, rappresentano il 61 % della PGC e servono a coprire i movimenti dei depositi in valuta e le esigenze del mercato dei cambi.
La posizione a termine sul mercato dei futures
Nel comparto dei contratti a termine, le banche chiudono giugno con una posizione venduta netta di 191 milioni di dollari, 92 milioni in più rispetto al mese precedente. Gli istituti vendono 165 milioni sui mercati regolamentati e acquistano 73 milioni tramite accordi forward diretti con la clientela. Analizzando per provenienza, le filiali di gruppi esteri acquistano 19 milioni, terminando il mese con una posizione venduta netta di 322 milioni di dollari. Gli istituti italiani,invece,realizzano vendite per 111 milioni,chiudendo con una posizione compratrice netta di 131 milioni di dollari.












