• Contatti
venerdì, 7 Novembre 2025
Ultim'ora News
  • Home
  • Prima pagina
  • Cultura
  • Scienza & Tech
    • Scienza
    • Hi Tech
  • Meteo
  • Ambiente
    • Geologia
  • Cinema
  • Gossip
  • Viaggi
Nessun risultato trovato
Guarda tutti i risultati
  • Home
  • Prima pagina
  • Cultura
  • Scienza & Tech
    • Scienza
    • Hi Tech
  • Meteo
  • Ambiente
    • Geologia
  • Cinema
  • Gossip
  • Viaggi
Nessun risultato trovato
Guarda tutti i risultati
Ultim'ora News
Nessun risultato trovato
Guarda tutti i risultati
Home Ambiente

Quali sono le origini della comunicazione acustica?

Uno studio scopre come la comunicazione acustica degli esseri viventi si sia evoluta 200 milioni di anni fa.

di Giulia Ferrari
19-Giu-2020 09:00
in Ambiente, Scienza
Reading Time: 2 mins read
A A
Share on FacebookShare on Twitter

Sono tanti i suoni usati dagli animali per comunicare tra loro: i lupi ululano, gli uccelli cinguettano, le rane gracidano, e così via.
Uno studio dell’Università dell’Arizona, guidato da John J. Wiens, e successivamente pubblicato su “Nature Communications”, analizza le origini dei richiami ancestrali degli animali.

 

LEGGI ANCHE

Autunno sospeso tra i rami: colori mozzafiato in un luogo magico del Piemonte

Foliage in bicicletta a novembre: itinerari top tra Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta

La prima volta che la comunicazione acustica tra i vertebrati si è evoluta tra i 200 e i 100 milioni di anni fa, e che si è conservata come tratto stabile nelle diverse linee evolutive e che era inizialmente associata a uno stile di vita notturno.

Per comunicazione acustica si intende quel tipo di comunicazione, usata sia dagli animali che dagli esseri umani, dove vengono utilizzati prodotti solo dal sistema respiratorio e non da altre parti del corpo come, ad esempio, lo sbattimento delle ali.

 

La ricerca è stata condotta con un approccio filogenetico, ovvero ricostruendo un albero di parentela evolutiva tra i gruppi animali, specie tra mammiferi, uccelli, anfibi e rettili.

Hanno raccolto i dati disponibili sulla presenza di comunicazione acustica in 1800 specie di vertebrati vissuti negli ultimi 350 milioni di anni, registrando anche le loro abitudini comportamentali e l’ambiente in cui vivevano.

Rana, Credits iStockPhoto

Le analisi hanno dimostrato che questa comunicazione si è affermata nei gruppi di animali con abitudini notturne.

Infatti, in mancanza di luce, era impossibile allontanare i predatori o attrarre i partner utilizzando delle caratteristiche fisiche visibili, come colori o dimensioni del corpo. Ecco dunque che trasmettere forti segnali sonori ha fornito un grande vantaggio per la sopravvivenza della specie.

 

Ai giorni d’oggi, la comunicazione acustica è presente nel 95% di vertebrati terrestri, ed è rimasta come carattere evolutivo stabile anche in quei gruppi animali che nel tempo hanno modificato il loro stile di vita, acquisendo abitudini diurne.

“Sembra che la comunicazione acustica sia stata un vantaggio durante le attività notturne, ma che non abbia costituito nessuno svantaggio nel passaggio alle attività diurne”, spiega Wiens.

 

“Abbiamo esempi di alcuni gruppi di rane e mammiferi che ora sono attivi di giorno, ma che hanno mantenuto la comunicazione acustica per 200 o 100 milioni di anni, a seconda del gruppo di appartenenza, ovvero da quando avevano ancora delle abitudini notturne”.

 

Uno degli indizi molto interessanti dell’antico comportamento notturno è che la maggior parte degli uccelli è attiva nel canto specialmente all’alba.

I risultati della ricerca confermano, inoltre, che la capacità di vocalizzare non è uno stimolo per la diversificazione del gruppo e la nascita di nuove specie, come si è sempre pensato precedentemente.

“Se si guarda a una scala ridotta, pochi milioni di anni, – dice Wiens – e all’interno di gruppi specifici, come le rane e gli uccelli, l’idea sembra funzionare. Ma se si guarda a una scala più ampia, come 350 milioni di anni di evoluzione, ci accorgiamo che la comunicazione acustica non può spiegare tutta la diversità di specie che conosciamo oggi”, conclude l’autore dello studio.

Tags: ambienteanfibianimalibiologiabiologia evoluzionisticacomunicazione acusticaevoluzioneranericercascienzauccelli
Articolo precedente

Google Maps: ora possiamo controllare l’affollamento dei mezzi pubblici

Prossimo articolo

L’uomo colonizzatore: sull’80% della Terra c’è la sua impronta

Leggi anche questi Articoli

Ambiente

Autunno sospeso tra i rami: colori mozzafiato in un luogo magico del Piemonte

5 Novembre 2025
Ambiente

Foliage in bicicletta a novembre: itinerari top tra Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta

5 Novembre 2025
Ambiente

Passeggiate di novembre in Val di Taro per vivere l’autunno più intenso

5 Novembre 2025
Benessere

Capire la vera fame. Scoprire se è solo voglia di qualcosa di buono

4 Novembre 2025
Benessere

Caterina Balivo presenta la manicure di novembre, il colore più desiderato da tutti

3 Novembre 2025
Cultura

Allo showcase nextgen di Tokyo. Debutta il modello ai di ultima generazione

3 Novembre 2025
Prossimo articolo
Pianeta Terra in 3D, Credits iStockPhoto

L’uomo colonizzatore: sull’80% della Terra c’è la sua impronta

Quando l’autunno abbraccia le Alpi, itinerario tra le valli più suggestive d’Italia

7 Novembre 2025

Saga da record amata in tutto il mondo da tre miliardi stasera in tv

7 Novembre 2025

Castello di Trakošćan in Croazia. Specchiato nel lago da sogno e parco incantato

7 Novembre 2025

Festeggiamenti di capodanno ad Alghero con il dj Gabry Ponte protagonista

6 Novembre 2025

A Roma la mostra di Aldo Fallai per Giorgio Armani

6 Novembre 2025

In Germania il castello Hohenzollern pare sfiorare le nuvole

6 Novembre 2025
© Ultim'Ora News

© Ultim'Ora News - By Dream Journey Life LLC

Notizie e curiosità

  • Contatti

Seguici

Nessun risultato trovato
Guarda tutti i risultati
  • Home
  • Alla Prima pagina
  • Cultura
  • Meteo e Clima
    • Ambiente
    • Scienza
    • Geologia
  • Cinema
  • Hi Tech
  • Gossip
  • Viaggi
  • Contatti

© Ultim'Ora News - By Dream Journey Life LLC